E’ arrivato il grande giorno. La sveglia suona di buon mattino. Giovanni è emozionato. L’appuntamento dal concessionario è alle 10:00. Lui non sta nella pelle. Si veste in fretta, mette le scarpe e prende le chiavi dell’auto.

L’ultimo giro nella sua utilitaria che lo ha accompagnato dappertutto fino ad oggi. Lavoro, vacanze uscite con amici. Di chilometri ne ha macinati. Ora è giunto il momento di lasciarla andare. La rottamazione è lì che la aspetta.

Con dieci minuti di anticipo, Giovanni arriva al suo appuntamento.

Eccola, è lì, scintillante. La Maserati lo aspetta. Una stretta di mano con il proprietario della concessionaria. Il tempo di firmare gli ultimi documenti. Le chiavi della nuova auto sono nelle mani di Carlo.

Il silenzio è rotto dal rumore del motore. Un saluto e via. Il sogno si avvera. Dopo tanti sacrifici il volante di un’auto di lusso tra le proprie mani.

La prima sosta è dal suo commercialista.

“Auguri per la tua nuova auto. Bellissima. Attento, però adesso potresti finire sotto gli occhi dell’Agenzia delle Entrate”.

Le parole del consulente raffreddano per un attimo tutto l’entusiasmo di Giovanni. Il commercialista lo rasserena subito spigandogli quando il fisco può insospettirsi dopo l’acquisto di una nuova auto e dare via a controlli.

Perché l’auto fa scattare i controlli dell’Agenzia Entrate

L’Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e, quindi, avviare dei controlli, laddove a fronte dei redditi dichiarati si conduce uno stile di vita non in linea.

Ad esempio, un lavoratore dipendente con uno stipendio medio mensile di 1.500 euro senza avere altre entrate, il quale ha un parco veicoli composto da diverse auto di lusso. Questo può essere un campanello d’allarme.

In tal caso l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere al lavoratore di dimostrare come fa a permettersi l’acquisto di questi veicoli. In pratica l’Amministrazione finanziaria (Agenzia delle Entrate) vuole capire se ci sono eventuali redditi non dichiarati dal lavoratore.

Il chiamato in causa può tranquillamente dimostrare, ad esempio, d aver ricevuto quelle auto come lascito a seguito di una successione ereditaria o di una donazione da parte del padre benestante. Oppure, è riuscito a comprare quell’auto di lusso grazie ad una cospicua somma di denaro ricevuta in donazione da un fratello.

Il fisco però vuole le prove. Quindi, bisogna mostrare, ad esempio, bisogna fornire all’Agenzia delle Entrate copia dell’atto di donazione, copia della dichiarazione di successione, copia del testamento, a seconda del caso.

Ad ogni modo non sono solo le auto di lusso a poter accendere l’allarme per il fisco. Ci sono anche le auto d’epoca o storiche. Si tratta, infatti, di veicoli di elevato valore per il cui acquisto è, comunque, necessario pagare una somma di denaro non indifferente (a volte anche di gran lunga superiore ad un’auto di lusso).

Ricordiamo, infine, che l’acquisto di un veicolo può essere causa di perdita del reddito di cittadinanza.