“Stiamo assistendo ad una grande indipendenza della donna. Oggigiorno il ruolo che una volta storicamente apparteneva all’uomo è spesso ricoperto dalla donna: probabilmente la società attuale non è ancora preparata a assistere a una tale inversione di ruoli”, ha affermato Camila Raznovich. Le donne ricoprono un ruolo sempre più predominante nel mondo del lavoro. In grado di destreggiarsi negli ambiti più disparati, infatti, possono svolgere ogni tipo di professioni. Il tutto viene svolto senza trascurare i vari impegni famigliari, come ad esempio portare i figli a scuola e pulire casa.

Innumerevoli le cose che ogni lavoratrice si ritrova a fare ogni giorno, tanto da non vedere l’ora di poter andare finalmente in pensione. Per accedere a tale trattamento bisogna essere in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi. Proprio quest’ultimi potrebbero essere oggetto di importanti cambiamenti, permettendo a diverse lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro molto prima del previsto. Ecco cosa aspettarsi.

Donne in pensione a 61 anni nel 2024, ecco come sarebbe possibile

La pensione è uno dei traguardi più importanti per ogni persona. Questo perché permette, dopo tanti anni di duro lavoro, di poter finalmente beneficiare del meritato riposo. Proprio in tale ambito è giunto in redazione il quesito di una nostra lettrice che ci chiede: “Salve, mi chiamo Maria e lavoro da più di trent’anni presso la stessa azienda come operaia. Il prossimo anno compirò 61 anni e vorrei sapere se vi è qualche misura per poter andare in pensione già nel corso del 2024. Grazie in anticipo per la risposta”.

Ebbene, per fornire una risposta al quesito della nostra lettrice prendiamo come riferimento le parole del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, che ai microfoni di Sky Tg 24 ha dichiarato:

“Vedremo di dare ristoro alle donne che hanno età e anni di lavoro che non hanno potuto maturare l’assegno previdenziale per varie vicissitudini, di poter andare in pensione prima“.

Ape Donna a partire dal prossimo anno?

Tra le ipotesi in ballo si annovera la possibile introduzione di Ape Donna.

Ovvero una sorta di Ape Sociale destinata solamente alle lavoratrici a partire dall’età di 61 anni. Quest’ultime potrebbero così beneficiare di un trattamento di accompagnamento fino al raggiungimento dell’età della pensione , ad oggi fissata a 67 anni. A poter accedere a questa nuova misura dovrebbero essere le donne licenziate, con un’invalidità minima del 74%, caregiver o che svolgano lavori considerati gravosi. Potrebbero inoltre beneficiare di uno sconto sul requisito anagrafico, pari ad un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni. In seguito alle restrizioni apportate dal governo Meloni attraverso la Manovra 2023, come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata:

“Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi”.

Ebbene, l’Ape donna potrebbe sostituire oppure affiancare Opzione Donna a partire dal 2024. In quest’ultimo caso andrebbe ad ampliare la platea delle possibili lavoratrici aventi diritto. Questo perché si potrebbe uscire dal mondo del lavoro dopo aver maturato dai 28 ai 30 anni di contributi, anziché 35 come attualmente richiesto con Opzione Donna. Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solamente di ipotesi. Si devono attendere le prossime decisioni del governo per definire eventuali cambiamenti e stabilire i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per poter andare in pensione.