Nel sistema previdenziale italiano esiste una sola misura che non riguarda gli invalidi o le donne e che permette di lasciare il lavoro prima dei 62 anni di età. Infatti, l’unica soluzione per uscire dal lavoro prima dei 62 anni è quella di passare per il cosiddetto scivolo lavoro usurante. Questa misura prevede il raggiungimento di un determinato numero di anni di contributi e il completamento di una determinata quota. Ed è proprio su questa quota che oggi presentiamo il nostro consueto focus per capire come raggiungere una pensione così anticipata.

“Buonasera, sono Rodolfo, un lavoratore dipendente in una fabbrica sulla linea a catena. So che con questo tipo di attività posso andare in pensione prima dei 62 anni di età, ma non ho capito bene come raggiungere quota 97,6 come previsto dalla normativa. Mi sapete dire come funziona questa misura e come posso capire se ho raggiunto la giusta quota?”

Ecco come funziona la quota per andare in pensione prima dei 62 anni di età

Per andare in pensione con lo scivolo usuranti bisogna completare la giusta età anagrafica e la giusta carriera contributiva. Per questa misura, bisogna arrivare a 61 anni e 7 mesi di età e a 35 anni di contributi versati. Come ci dice il nostro lettore, bisognerà anche completare la quota 97,6. Ed è sulle modalità di completamento della quota che il nostro lettore chiede spiegazioni.

La quota, a differenza di quanto accade con quota 41 o le varie quota 103, 102 o 100, si completa utilizzando anche le cosiddette frazioni di anno. Per poter avere accesso a questa misura, però, bisogna rientrare in una delle categorie lavorative previste dalla normativa vigente. Parliamo degli addetti ai lavori usuranti, che sono:

  • Addetti ad attività lavorativa in galleria, cava o miniera;
  • Addetti a mansioni in cassoni ad aria compressa;
  • Palombari;
  • Addetti ad attività svolte con costante esposizione ad alte temperature;
  • Lavoratori e lavoratrici del vetro cavo;
  • Addetti al lavoro svolto in spazi ristretti;
  • Addetti ad attività connesse all’asportazione dell’amianto.

Lo stesso vantaggio della pensione con lo scivolo usuranti vale anche per i lavoratori notturni, gli addetti alla linea a catena e gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico.

L’attività usurante, qualsiasi essa sia, dà diritto allo scivolo ma solo se è stata svolta per la metà della vita lavorativa o per almeno sette degli ultimi dieci anni di carriera. Come detto, bisogna completare anche quota 97,6, che vale per tutti tranne che per i lavoratori notturni, per i quali è variabile in base al numero di notti di lavoro svolto durante gli anni.

Come funziona lo scivolo lavoro usurante e come arrivare alla quota esatta

La quota per il lavoro usurante si calcola in maniera differente rispetto a quota 100, quota 102 o quota 103. Per queste quote, le frazioni di anno non servono. Ad esempio, per quota 103, è necessario arrivare a 41 anni di contributi e 62 anni di età. Un lavoratore con 40 anni e 10 mesi di contributi non può andare in pensione con quota 103, nemmeno se ha compiuto 62 anni e 2 mesi di età.

Per la quota 97,6, invece, è possibile. Fermo restando che un lavoratore deve raggiungere almeno le due soglie minime di 61,7 anni di età e 35 anni di contributi, per completare quota 97,6 si possono aggiungere i mesi di lavoro e i mesi di età in più rispetto alle due soglie minime. Ad esempio, può andare in pensione chi ha 62 anni e 5 mesi di età e 35 anni e un mese di contributi, così come chi ha 62 anni esatti di età e 35 anni e 6 mesi di contributi.

È fondamentale che la somma di età e contributi, comprese le frazioni di anno, dia 97,6. Per i lavoratori notturni, invece, se le notti sono meno di 78 all’anno, la quota sale di un anno perché l’età minima passa da 61,7 a 62,7.

Se sono meno di 71 notti, invece, tutto sale di due anni.

Come fare domanda per lo scivolo usuranti

Con la quota 97,6 è possibile andare in pensione come spiegato sopra. Ma non basta presentare una domanda all’INPS: ne servono due. Una anticipata e poi quella di pensionamento vero e proprio. La prima va presentata all’INPS con largo anticipo, entro il primo maggio dell’anno precedente. Si tratta dell’istanza di certificazione del diritto alla pensione in regime di lavoro usurante. L’INPS deve certificare che un lavoratore ha diritto a uscire con questa misura. Solo dopo, poco prima di completare i requisiti, l’interessato dovrà presentare la vera e propria domanda di pensione.