Il Consiglio dei ministri ha da poco approvato il cosiddetto decreto Aiuti bis. Si tratta di un pacchetto di nuove misure economiche per aiutare famiglie e imprese a far fronte al problema dell’alta inflazione di questo periodo. Inflazione che, come sappiamo, è stata causata principalmente dall’attuale conflitto in Ucraina. Con il decreto aiuti, fra gli alti, è stato previsto anche l’anticipo della rivalutazione delle pensioni, che si traduce, ovviamente, in un aumento degli assegni.

Il problema è che tale aumento delle pensionati non sarà per tutti.

La norma, infatti, prevede una soglia reddituale oltre la quale non sarà possibile ottenere l’anticipo. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Aumentano le pensioni grazie all’anticipo parziale della rivalutazione, ma non sarà per tutti

La rivalutazione delle pensioni (che era prevista per gennaio 2023) sarà anticipata a questo ottobre, anche se in misura parziale.

In particolare, l’adeguamento riguarda gli assegni pensionistici relativi a tutto il secondo semestre del 2022, ma, essendo un anticipo parziale, sarà soltanto del 2 per cento.

Purtroppo, però, non è stato ben chiarito che questo aumento delle pensioni spetta soltanto ad alcuni soggetti. Tale incremento del 2 per cento, infatti, si applicherà soltanto agli assegni non superiori a 2.692 mensili, ovvero 35 mila euro all’anno. La stessa soglia prevista per altre importanti misure, come:

  • la nuova decontribuzione del 1,2 per cento, che si traduce in un aumento degli stipendi dei lavoratori dipendenti;
  • il vecchio bonus 200 euro, che è appena stato esteso anche ad alcuni soggetti che non lo aveva ricevuto in precedenza.

Come se non bastasse, in questi giorni, i sindacati hanno sollevato anche un’altra importante critica, che riguarda l’importo dell’aumento.

La UIL, in un suo recente studio, ha calcolato che per una pensione minima, pari a 524 euro, l’incremento sarebbe soltanto di 10,49 euro lordi, 31,46 euro nei tre mesi. Mentre per una pensione da 2.622 euro (il massimo previsto dal decreto) si registrerebbe una rivalutazione di 51,39 euro lordi, 154,16 euro nei tre mesi.

Cifre sicuramente molto modeste. E lo sono ancor di più se si considera che a luglio l’inflazione in Europa è aumentata del 8,9 per cento su base annua. Una rivalutazione delle pensioni di questo tipo è davvero poca roba.