Rientra nello scivolo per il lavoro usurante la possibilità di andare in pensione prima dei 62 anni grazie a una particolare misura e a uno specifico lavoro svolto. Anche se non è una di quelle attività che rientrano nel novero del lavoro usurante, il vantaggio previdenziale è lo stesso.

Parliamo del lavoro notturno, quello dei fornai, dei metronotte, dei portieri notturni e così via dicendo. La notte, quando la stragrande maggioranza delle persone riposa, c’è chi svolge il suo lavoro. E per questo ha diritto a delle misure di pensionamento differenti dalla massa.

“Salve, sono Piero e per lavoro faccio il guardiano di notte in una azienda tessile. Sono metronotte e svolgo la mia attività dalle 22.00 di sera alla 06.00 del mattino. Quindi sono un lavoratore notturno. Ma non capisco come funziona la quota per andare in pensione. Ho compiuto 60 anni a dicembre 2023 e volevo verificare la mia posizione contributiva per vedere quando potrò andare in pensione come notturno dato che sembra ci siano pensioni anticipate destinate proprio a noi.”

Quota 97,6 per la pensione anticipata lavoro usurante prima dei 62 anni, come fare per chi lavora di notte?

La pensione anticipata per i lavoratori notturni è dentro il cosiddetto scivolo usuranti. Infatti si tratta di una delle categorie di lavoratori che possono andare in pensione prima proprio per via del logorio che la loro attività lavorativa impone. In effetti, per chi può sfruttare lo scivolo massimo previsto per il lavoro notturno, età, requisiti e quota sono gli stessi di tutte le altre categorie a cui la misura è destinata. Alla pari del palombaro o del minatore, alla pari dell’operaio della linea a catena o dell’autista di bus pubblici, anche il lavoratore notturno può uscire con:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 97,6 completata.

I requisiti prima citati se il diretto interessato è lavoratore autonomo si inaspriscono di un anno per quota ed età.

Pertanto si lascia il lavoro come autonomo, con:

  • almeno 62 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 98,6 completata.

Lavoro notturno, ecco alcune regole da rispettare

Tornando al lavoro notturno che interessa il nostro lettore, non tutti possono uscire con i requisiti prima citati. Molto dipende dal numero di notti lavorate nell’anno solare. Infatti, per poter accedere alla pensione in anticipo bisogna aver svolto l’attività per almeno 7 degli ultimi 10 anni di carriera. O almeno per la metà della vita lavorativa del diretto interessato.

Questo vale per i notturni, ma anche per tutte le altre categorie di lavoratori a cui la pensione con scivolo usuranti si applica. Ma in base alle notti lavorate per ogni anno, cambia l’età minima da raggiungere e di conseguenza la quota.

Infatti, il lavoratore viene considerato notturno solo se svolge per ogni anno almeno 64 notti per anno. Però per godere del vantaggio maggiore in termini di uscita dal mondo del lavoro serve svolgere per ogni anno di lavoro un numero di notti non inferiore a 78.

Quota 97,6 o superiore per la pensione anticipata lavoro usurante, ma come si calcola la quota?

Il lavoro notturno per come viene definito dalla misura di cui parliamo, è quello svolto dalle ore 00.00 alle ore 05.00 del mattino seguente. Il nostro lettore rientra perfettamente in questa fascia oraria perché gran parte del suo lavoro ricade proprio in questa fascia oraria. Nello specifico però, in base al numero di notti lavorate l’età di uscita varia. Per chi ha svolto nella sua carriera un lavoro notturno per almeno 78 notti per anno, l’uscita prevista è a 61 anni e 7 mesi. Servono sempre 35 anni di contributi versati e raggiungere la quota 97,6.

La quota è data dalla somma algebrica di età e contributi, utilizzando però anche le frazioni di anno.

Quindi per chi ha completato esattamente 35 anni di contributi, per uscire dal lavoro non basteranno 61 anni e 7 mesi di età. Infatti, ce ne vorranno 62 anni e 4 mesi.

Chi ha svolto lavoro notturno per un numero di notti per anno tra le 72 e le 77 invece, può lasciare il lavoro solo a partire dai 62 anni e 7 mesi. E naturalmente con quota 98,6 e sempre con 35 anni di contributi. Per chi invece ha svolto un numero di notti per anno inferiore a 72, ma non inferiore a 64, l’età di uscita sale a 63 anni e 7 mesi. Anche in questo caso bastano sempre 35 anni di contributi, ma bisogna arrivare a quota 99,6.