Ieri è scaduto il termine per il pagamento della quarta rata della cosiddetta “rottamazione delle cartelle esattoriali”. Attualmente, siamo nel periodo di tolleranza di 5 giorni, durante il quale è ancora possibile saldare le cartelle inserite nella rottamazione quater, fino al 5 giugno. Tuttavia, chi non riesce a pagare entro questo lasso di tempo perderà i vantaggi concessi dalla sanatoria. Questa situazione è analoga a quanto accaduto per le scadenze di ottobre e novembre 2023 e febbraio 2024, dove chi non ha pagato entro i 5 giorni di tolleranza ha perso tali benefici.

Nonostante ciò, esistono soluzioni per chi, trovandosi in difficoltà oggettiva, non riesce a saldare le rate dopo aver aderito alla sanatoria.

Lettera da un lettore in difficoltà

“Buonasera, purtroppo mi trovo in gravi difficoltà economiche e chiedo un aiuto per capire come procedere. Ho aderito alla sanatoria delle cartelle esattoriali a giugno 2023, chiedendo la rottamazione e dilazionando il debito in 18 rate, come massimo consentito. Ho già saldato le prime tre rate, incluso le prime due che ammontavano a oltre 600 euro ciascuna. La prossima rata di 350 euro scade il 5 giugno, ma non sono in grado di pagarla. Esiste la possibilità di posticipare questa scadenza, anche di qualche settimana? Temo che tutto possa andare a rotoli e di perdere il diritto alla sanatoria. Cosa mi consigliate di fare?”

Ecco la via di uscita migliore per chi non paga le rate della rottamazione delle cartelle esattoriali

I rischi di perdere i benefici della sanatoria sono concreti. La rottamazione delle cartelle esattoriali offre scarse possibilità di proroghe o salvaguardie. Chi non riesce a pagare entro la scadenza o i successivi 5 giorni, perde il diritto alla sanatoria, inclusi gli sconti su sanzioni e interessi, il blocco delle procedure esecutive e il pagamento dilazionato fino al 2027. La conseguenza principale è la perdita di tutti i vantaggi, anche se il debito viene ridotto delle rate già pagate.

Il ritorno dei rischi per pignoramenti, confische e fermi amministrativi

Nel caso del nostro lettore, se non paga la quarta rata della rottamazione entro il 5 giugno, sarà escluso dalla rottamazione. Le prime tre rate già versate ridurranno l’importo dovuto, esclusi gli interessi di rottamazione pagati. Tuttavia, il debito residuo sarà nuovamente dovuto in un’unica soluzione, senza alcuno sconto, e saranno ripristinate tutte le voci precedentemente cancellate, come aggio, interessi e sanzioni. Inoltre, verranno riattivate le azioni coercitive dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, come fermi amministrativi, confische e pignoramenti.

Troppo alte le rate della rottamazione delle cartelle esattoriali

La rottamazione quater, nonostante sia un provvedimento generalmente favorevole, pone limiti stringenti sul piano di rientro. Le rate, previste quattro volte l’anno, possono risultare particolarmente onerose, specialmente per debiti significativi. Molti contribuenti, nonostante la volontà di pagare, si trovano così esclusi dalla rottamazione e rientrano nel ciclo della riscossione forzata.

Ecco come fare per risolvere il problema della scadenza delle rate

Per chi non rispetta le scadenze, salvare la rottamazione è complicato, e si perdono i benefici dell’agevolazione, mantenendo solo la riduzione del debito per le rate già versate. Tuttavia, esiste una soluzione: la rateizzazione ordinaria. L’Agenzia delle Entrate Riscossione offre la possibilità, anche a chi è decaduto dalla rottamazione, di aderire alla rateizzazione ordinaria, fino a 72 o, straordinariamente, 120 rate mensili. Questo piano non include sconti o riduzioni, ma può rappresentare una scialuppa di salvataggio per chi ha difficoltà economiche documentate, permettendo di diluire il debito fino al 2034, a condizione che la rata minima sia superiore ai 50 euro al mese.