Il governo Conte ha iniziato a dare battaglia agli evasori. Da quest’anno l’utilizzo del contante sarà limitato e la tracciabilità dei pagamenti conterrà i fenomeni di evasione. A questi si aggiungono i nuovi strumenti di controllo in dotazione al fisco e alla Guardia di Finanza, come l’accesso ai conti correnti, per scovare gli evasori.

La campagna per la lotta all’evasione è quindi iniziata, ma i numeri che lo Stato si appresta ad affrontare sono davvero enormi. Più di 100 miliardi di evasione fiscale stimata ogni anno a fronte dei quali solo una minima parte riesce ad essere recuperata.

Bottino che a mala pena copre i costi del lavoro svolto dagli ispettori dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

Recuperati nel 2019 solo 300 milioni di lotta all’evasione

Stando ai dati appena diffusi dalla Corte dei Conti, in sede di esecuzione, da gennaio a dicembre 2019, è stata recuperata all’erario la somma di quasi 300 milioni di euro, per lo più riferita a sentenze pronunciate negli anni precedenti. A questi importi vanno aggiunti quelli conseguiti spontaneamente, ovvero nel rito monitorio. Lo ha detto il Procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2020. Nel 2019, sono state aperte 28.722 istruttorie e promossi 1162 atti di citazione. L’importo complessivo richiesto è stato pari a 515.409.803 euro, mentre le somme garantite in sede cautelare sono state di euro 100.566.326. Nel medesimo anno, l’importo complessivo delle sentenze di condanna in primo grado passate in giudicato è stato di euro 95.958.889, a fronte di euro 455.682.697 totali di condanna. In secondo grado, l’ammontare definitivo delle condanne è stato di euro 24.216.989. In altre parole, nel corso dell’anno, si sono formati titoli esecutivi per le amministrazioni pubbliche complessivamente pari ad euro 120.175.878.

Lotta all’evasione efficace, ma recuperare tasse resta difficile

Il problema della lotta all’evasione – dicono gli esperti – non è tanto l’ammontare sottratto all’erario e quindi le tasse evase, ma il fatto che solo una piccolissima parte si riesce a recuperare.

Benchè l’amministrazione finanziaria si sia dotata oggi di più efficaci strumenti per contrastare il fenomeno (sequestro preventivo di beni e conti bancari), rimane ancora troppo bassa la percentuale di recupero rispetto al montante evaso. Soprattutto se a evadere sono le grandi multinazionali e le società straniere. Inoltre, i costi che lo Stato deve sostenere per rientrare delle proprie spettanze è ancora troppo elevato e i procedimenti amministrativi e giudiziari sono ancora tortuosi e lunghi, oltre che costosi.  C’è poi il problema dell’organizzazione dell’amministrazione finanziaria. “L’evasione fiscale – dice Claudia Ratti,  Segretaria Generale di Confintesa FP  – si combatte con una seria riforma delle Agenzie Fiscali. Da molti anni ormai tensioni e polemiche agitano le Agenzie Fiscali, Entrate, Dogane e Monopoli.  Polemiche esterne ed interne che ne minano efficacia e credibilità. Benché protagonisti indiscussi sul territorio dell’attività di contrasto all’evasione fiscale. Che in Italia, nonostante i tanti proclami dei vari governi, tocca ancora cifre record. E’ ora di cambiare, sul serio”.