E’  una delle novità più importanti introdotte con la Legge n°197/2022, Legge di bilancio 2023. Facciamo riferimento alla c.d flat tax incrementale riservata a professionisti e imprenditori individuali non in regime forfettario; l’introduzione della flat tax  è solo sperimentale nel senso che a oggi riguarda solo i redditi che saranno prodotti quest’anno, redditi 2023. Non è escluso che la tassa piatta verrà applicata anche per gli anni successivi per poi magari essere confermata in via definitiva. Con possibile estensione ai lavoratori dipendenti grazie alla riforma fiscale.

Anche se la parola definitiva è un pò un azzardo soprattutto nel nostro contesto normativo sempre in continua evoluzione; detto ciò, nella circolare pubblicata sulla flat tax pochi giorni fa dall’Agenzia delle entrate, sono stai messi in evidenza gli effettivi vantaggi della tassa piatta.

Da qui, è lecito chiedersi quanto si risparmia in termine di imposte applicando la flat tax e non l’Irpef che come sappiamo opera per scaglioni reddituali.

Vediamo con un esempio pratico di individuare il risparmio effettivo.

La Flat tax incrementale

La legge 29 dicembre 2022, n. 197 (c.d. legge di bilancio 2023), all’articolo 1, commi da 55 a 57, ha previsto la c.d flat tax incrementale:

  • limitatamente all’anno d’imposta 2023,
  • sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle relative addizionali regionale e comunale.

La flat tax al 15% si calcola su opzione del contribuente, ai redditi prodotti in più nel 2023 rispetto al reddito più alto del triennio precedente (anni 2020, 2021 e 2022). Rileva solo il reddito di impresa o da lavoro autonomo non quello complessivo.

Il reddito su cui calcolare la tassa piatta (reddito 2023-reddito più alto tra quello 2020-2021 e 2022): non può superiore a 40.000 euro, deve essere ridotto di un importo pari al 5 per cento del reddito più alto del triennio 2020-21-22.

L’ulteriore quota di reddito, non soggetta a imposta sostitutiva, è imputata al reddito complessivo ai fini Irpef e relative addizionali: secondo gli ordinari scaglioni reddituali e di imposizione percentuale.

Come riportato nella circolare sulla flat tax:

Nell’ipotesi in cui il parametro di confronto rispetto al reddito del 2023 sia negativo, il reddito soggetto alla tassa piatta incrementale è tutto quello dell’anno 2023 (non di più), sempre nei limiti di 40.000 euro (analogamente a quanto risulterebbe nel caso in cui il parametro di confronto fosse pari a zero).

In alcuni casi, possono sfruttare la flat tax anche i contribuenti in regime forfettario.

Flat tax incrementale. Quanto si risparmia?

In base a quanto detto finora, la flat tax sembrerebbe molto conveniente.

Ipotizziamo di avere i seguenti dati: Reddito 2023 80.000; Reddito 2022 60.000; Reddito 2021 50.000; Reddito 2020 30.000

La differenza tra il reddito 2023 e il reddito 2022 (il più elevato del triennio precedente) 80.000 – 60.000 è di 20.000 euro.

La Franchigia del 5% sul reddito più elevato (euro 60.000 conseguito nell’anno 2022) è pari a 3.000;

Il Reddito soggetto a “flat tax incrementale” (15%) è così individuato, 20.000-3.000 ossia 17.000 e.

Il Reddito che confluisce nel reddito complessivo ai fini Irpef (con aliquote ordinarie IRPEF) è pari a 80.000 – 17.000 = 63.000 euro.

Il contribuente dovrà versare una tassa piatta pari a 2.550 euro (17.000*15%).

Laddove il contribuente decidesse di non optare per la flat tax, sui 17.000 euro pagherebbe l’Irpef più le relative addizionali (43%+3%), per un importo pari a 7.440 euro.

Dunque il risparmio c’è ed è pure sostanzioso (2.550 di imposte anziché 7.440).

Riassumendo

  • La flat tax incrementale si applica limitatamente ai redditi 2023;
  • vale solo per professionisti e imprenditori individuali non in regime forfettario;
  • l’aliquota della tassa piatta è pari al 15%;
  • la tassa piatta al 15% si applica ai redditi prodotti in più nel 2023 rispetto al reddito più alto del triennio precedente;
  • Con la tassa piatta  si risparmia sulle imposte da versare allo Stato.