Giocare in società non sempre conviene, ci sono tre tipi di giocatori:

  • il giocatore che afferma: “giocare alla lotteria è solo una perdita di soldi perché non si vince mai”;
  • il giocatore che afferma: “se non giochi non vinci”;
  • e infine i giocatori che amano giocare con i soldi degli altri.

Ed è proprio quest’ultimo caso, in cui la corte di Cassazione si è pronunciata.

Giocare in società: il caso

Una donna ha anticipato dei soldi all’amica per giocare al lotto un numero ritardatario.

Dopo molte estrazioni il numero non usciva e stava diventando un gioco troppo oneroso, e hanno deciso di smettere. Tra le due donne c’era un’accordo che avrebbero diviso in parti uguali la vincita, ma la vincita non è mai arrivata. La donna che ha anticipato i soldi richiedeva indietro la restituzione della metà dei soldi giocati.

Giocare in società: la sentenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20622/2011, ha stabilito che il singolo contributo alle puntate comuni è un rapporto privato fra i giocatori.
Secondo l’articolo n. 1935 del codice civile, relativo alle lotterie autorizzate, gli accordi privati fra i giocatori non vengono considerati debiti di gioco. La Corte di Cassazione, in seguito alle motivazioni illustrate,  ha stabilito che: “colui che presta denaro, in caso di perdita, non ha diritto alla restituzione dello stesso”.

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