Non basta il prelievo del sangue a confermare la guida in stato di ebbrezza, il conducente deve essere in ogni caso sottoposto all’alcol test. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Treviso dello scorso anno, affermando un principio valido in via generale per tutti i casi simili.
Perché il prelievo del sangue va fatto solo dopo alcol test
Se, infatti, il prelievo ematico eseguito in pronto soccorso non è stato anticipato da apposito test con etilometro, non sarà possibile mettere a confronto i due risultati analitici e quindi valutare in che modo sia cambiato il livello di alcol nel sangue in quel frangente temporale considerato.
La sentenza in analisi, basata anche su consulenza medica, ha stabilito che il lasso temporale intercorso tra il momento dell’incidente e quello del prelievo del sangue avvenuto circa 70 minuti dopo in ospedale, non era tale da portare ad “escludere il ragionevole dubbio che un’ora e dieci minuti prima ossia al momento della guida i livelli di alcol fossero inferiori” rispetto a quello risultante al pronto soccorso in un secondo momento. A livello medico è appurato che il picco della concentrazione ematica di etanolo, indipendentemente da quanto si è bevuto, viene raggiunto dopo circa 40/90 minuti per poi riscendere di 0,11 – 0,24 g/l ogni ora. Visto che non c’era stato alcol test per l’uomo fermato in apparente guida in stato di ebbrezza, era impossibile dire se il prelievo mostrasse il valore della percentuale di alcol nel sangue al suo picco o piuttosto in fase di calo.
In merito alle regole che rischiano di invalidare le misurazioni tramite etilometro leggi anche:
Ci si può rifiutare di fare l’alcol test?
Test del palloncino: l’automobilista fermato è obbligato a soffiare?