Chi giura di aver sentito dell’amico del cugino che ha preso mille euro, chi si lamenta deluso e indignato perché si aspettava 780 euro e invece si è visto riconoscere solo poche decine di euro. Il Reddito di Cittadinanza somiglia sempre più ad un concorso a premi in cui i più fortunati, o quelli che “si sanno muovere meglio” ottengono importi alti e gli altri si devono accontentare. E’ un clima alimentato in primo luogo dall’ignoranza, nell’accezione derivante dalla sua etimologia, ovvero quella di “non conoscere”.

E l’ignoranza può essere dettata dalla pigrizia nel non volersi informare ma anche dalla disinformazione. Così spesso, anche chi si documenta, lo fa usando i canali sbagliati. Il risultato, purtroppo non sbaglia: ci si affida a fonti che puntano a screditare il sussidio riportando dati errati o storie inventate. E abbiamo avuto modo di vedere anche in altre circostanze quanto internet e i social possano contribuire a rendere virali anche le bufale: perché a fare un click e condividere ci vuole un secondo, a cercare di capire molto di più.

Come calcolare l’importo del reddito di cittadinanza

Prima di tutto chiariamo che la base del sussidio non è 780 euro ma 500. Alla prima cifra potrebbe arrivare solamente chi ha diritto all’importo massimo del sussidio e, in più, paga un canone di locazione (bonus affitto fino a 280 euro). L’aiuto per il pagamento della rata del mutuo invece arriva ad un massimo di 150 euro.

Avere i requisiti per il reddito di cittadinanza peraltro non significa automaticamente ricevere 500 euro di sussidio: l’importo, come precisano le istruzioni Inps, viene calcolato al netto delle prestazioni già spettanti. In altre parole nel calcolo dell’importo del reddito di cittadinanza, ai fini del reddito, vengono considerati anche i sussidi che si percepiscono o altre entrate che fanno aumentare il reddito e diminuire, di conseguenza, la somma che spetta a titolo del nuovo beneficio.

Fare domanda del reddito di cittadinanza attraverso il Caf ha il vantaggio, rispetto a quella fatta online o alle Poste, di includere una preventiva analisi dei requisiti per una maggiore consapevolezza realistica dell’importo eventualmente spettante.

Consulenze a pagamento per la domanda di reddito di cittadinanza: servono?

Proprio sulla scia delle polemiche sorte in seguito ai primi accrediti, e al movimento di rinuncia al reddito di cittadinanza, è sorto un “business” parallelo: quello delle consulenze a pagamento per la domanda di RdC. Non vogliamo dire che siano truffe perché è vero, se si tratta di agenzie serie, che offrono un servizio privato e che quindi legittimamente possano chiedere un corrispettivo. Quello che ci chiediamo però è: servono? Non bisogna pensare che ricorrere a consulenze sul reddito di cittadinanza a pagamento possa fare ottenere più facilmente il sussidio anche a chi non ne abbia bisogno o garantisca canali preferenziali nella verifica della domanda. Ecco, qui si cadrebbe nella disinformazione alla quale abbiamo accennato ad inizio articolo. Vale la pena ricordare in questa sede che i Caf offrono assistenza fiscale gratuita, anche per le pratiche del RdC. Chiedere servizi a pagamento, quindi, è una scelta ma non deve far pensare che si avrà diritto in automatico a 780 euro di sussidio al mese. Chi non ha i requisiti per il reddito di cittadinanza non lo prenderà in ogni caso.