E se il superbonus in 10 anni garantisse un aumento di pensione nell’arco di 10 anni?

Non è una provocazione, infatti, posto che il superbonus in dichiarazione dei redditi opera quale detrazione, la quale impatta sui conguagli Irpef risultanti dalla dichiarazione dei redditi, avere la chance di scaricare la spesa in 10 anni da maggiore possibilità di avere un’Irpef da versare sulla quale far valere le detrazioni.

Infatti in dichiarazione dei redditi il contribuente viene a sapere se nell’anno N oggetto di dichiarazione dei redditi ha versato più di quanto doveva, tenendo conto di tutti gli oneri detraibili e deducibili inseriti in dichiarazione.

Oneri che andranno ad influenzare direttamente i conguagli da 730: a credito o a debito, se sono a credito l’INPS provvederà ad accreditare il conguaglio sulla pensione.

Ecco perché il superbonus, agendo indirettamente sui conguagli potrebbe rappresentare un tesoretto non di poco conto.

Il superbonus in 10 anni

Prima di entrare nello specifico della questione è utile evidenziare i casi in cui il superbonus deve essere per forza portato in detrazione nell’arco dei 10 anni. Diciamo subito che per le spese 2024 e 2025 c’è l’obbligo di spalmare la detrazione in 10 anni. Infatti, il DL 39/2024 ha previsto che le detrazioni 110 devono essere scaricate in 10 quote annuali.

Per le spese 2022 invece il contribuente ha potuto scegliere tra termine lungo e termine breve (4 anni). La scelta dipendeva soprattutto dalla capienza fiscale, più capienza c’è più il contribuente ha interesse a recuperare nel breve i soldi spesi per i lavori 110. A ogni modo, per le spese 2022 il contribuente ha potuto scegliere se:

  • detrarre la prima rata di 4 delle spese superbonus 2022;
  • inserire la prima quota di detrazione alla dichiarazione 2024, periodo d’imposta 2023, suddividendo l’agevolazione in 10 rate, anziché 4.

Nel secondo caso, nella dichiarazione di quest’anno dovrà essere indicata la prima rata del Superbonus.

Nel complesso, rispetto alla detrazione superbonus:

  • le spese dal 2024 in avanti potranno essere scaricate solo in 10 quote annuali;
  • le spese sostenute dal 1° luglio 2020 fino a tutto il 2021, in cinque quote annuali;
  • le spese sostenute dal 1° gennaio 2022, in quattro quote annuali.

Per le spese 2022 c’è anche la possibilità di detrarre in 10 anni, come detto sopra.

La detrazione per le spese 2023 invece, comporta l’indicazione della 1 rata di 4 nella dichiarazione di quest’anno.

Il superbonus in 10 anni con un aumento sul cedolino di pensione

Fatta tale ricostruzione veniamo agli effetti del superbonus sulla pensione.

In sede di dichiarazione dei redditi il contribuente verifica se quanto versato di Irpef nel corso dell’anno oggetto di dichiarazione è di più o di meno rispetto a quanto effettivamente dovuto. Se applicando le detrazione di cui ha diritto, compreso la detrazione superbonus, ha un saldo Irpef positivo ossia è a credito allora andrà a recuperare grazie ai conguagli sul cedolino di pensione.

Avere la possibilità di sfruttare il superbonus in dieci anni significa anche ridurre il rischio di non avere abbastanza Irpef sul quale far valere la detrazione. Ecco perché ci saranno molto meno possibilità che parte del superbonus vada perso. Posto che la detrazione può essere fatta valere solo sull’Irpef da pagare allo Stato. Non c’è alcun diritto di rimborso sulla parte che va oltre l’Irpef.

Ecco perché detrarre in 10 anni potrebbe garantire un aumento sul cedolini di pensione in sede di conguaglio.

Riassumendo…

  • Il superbonus può essere scaricato in dichiarazione dei redditi in dieci anni;
  • in tal modo si riduce il rischio di non avere abbastanza Irpef sul quale far valere la detrazione;
  • ecco perché il superbonus potrebbe rappresentare un tesoretto che fa aumentare la pensione in sede di conguaglio.