Sembra non mollare il Governo sul taglio alle pensioni dal 2024 di molti lavoratori statali. Dai dipendenti comunali, al personale sanitario passando per gli ufficiali giudiziari, chi andrà in pensione il prossimo anno subirà una diminuzione dell’assegno. Per effetto del ricalcolo della quota retributiva della rendita ferma al 1965.

Il risparmio, a conti fatti, per lo Stato si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro. Ventuno, per l’esattezza, entro il 2043, secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Ubp) che sta vagliando l’impatto dei tagli nella manovra finanziaria di prossima approvazione.

Al contempo si sta cercando anche una soluzione nelle aule parlamentari che, a saldi invariati, non colpisca in particolar modo i medici, chiamati a pagare il conto più salato della riforma.

Taglio pensioni 2024, chi paga il conto

La riforma, così com’è stata impostata dall’art. 33 della bozza della legge di bilancio, però, non farebbe sconti a nessuno. Anche perché il testo della legge prevede siano coinvolti tutti coloro che andranno in pensione dal 1 gennaio 2024. Quindi anche coloro per i quali è già stata presentata la domanda all’Inps e che attendono appunto l’apertura della finestra di uscita ricadente nell’anno nuovo. SI pensi, ad esempio, a tutte le uscite anticipate.

Colpiti sarebbero, in particolare, tutti quei dipendenti pubblici che in passato versavano i contributi nella Cpdel (cassa per le pensioni degli enti locali), nella Cps (cassa per le pensioni dei sanitari), nella Cpi (cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate) e Cpug (cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari).Tutte casse poi confluite nell’Inpdap e successivamente nell’Inps.

Il testo della legge, in sostanza, prevede la rivalutazione delle aliquote di calcolo dei trattamenti liquidati dal 1° gennaio 2024 secondo il sistema retributivo per anzianità inferiori a 15 anni. Una norma che comporterebbe tagli anche pesanti in base al livello di reddito.

E i più colpiti dai tagli saranno i medici che scenderanno in piazza per protestare il prossimo 5 dicembre.

Nessuna fuga dalla sanità coi tagli alle vecchie pensioni

Nonostante il governo sia attivamente alla ricerca di una soluzione per mitigare i tagli alle pensioni 2024, la manovra non dovrebbe comportare alcuna fuga dei professionisti. Anche perché coinvolti in questa tagliola sarebbero solo coloro che ricadono anche nel sistema di calcolo retributivo della pensione. E che sono sempre meno.

I giovani medici che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 non sono minimamente interessati. Così come coloro che non hanno versato contributi nella Cps o hanno iniziato più tardi a lavorare per il Ssn. Esclusi sono anche i professionisti dipendenti di aziende ospedaliere e di cliniche private. Insomma, numericamente, si tratta di una piccola parte di tutto l’insieme del personale coinvolto.

La nuove aliquote che lo Stato si appresta ad aggiornare, quindi, peseranno solo se la retribuzione prima del 1996 era elevata. Mentre la riforma darà risultati quasi trascurabili sull’importo di pensione per coloro che percepivano stipendi bassi di allora.

Secondo alcune simulazioni realizzate dai sindacati, il taglio sulla pensione futura, con una base ipotetica di 30 mila euro, parte da oltre 7 mila euro l’anno per ridursi fino a quasi zero per chi sfiora i 15 anni di attività nel periodo. Una norma fatta, quindi, per colpire quasi tutti, poiché nel 2024 pochissimi lavoratori avranno alle spalle almeno 15 anni di lavoro nel sistema retributivo da far valere.

Riassumendo…

  • I tagli alle pensioni degli statali scatteranno dal 1 gennaio 2024 anche per chi ha fatto domanda nel 2023.
  • Colpiti soprattutto coloro che avevano stipendi elevati prima del 1996.
  • Coinvolti in particolar modo i medici che protesteranno il prossimo 5 dicembre.