Il 18 dicembre 2023 (il 16 è sabato) scade il saldo IMU 2023. L’acconto andava pagato entro il 16 giugno scorso. C’è qualcuno che entro il 16 giugno ha pagato il tributo in unica soluzione. Senza, quindi, suddividerlo tra acconto e saldo.

Tali contribuenti possono stare tranquilli per la scadenza del 18 dicembre oppure devono fare qualche verifica? Devono controllare se bisogna eventualmente versare ancora qualche importo?

Pagamento IMU: acconto, saldo o unica soluzione

L’IMU, come noto la devono pagare i possessori di immobili. Per possessore si intende il proprietario o chi ha su di esso altro diritto reale di godimento (usufrutto, enfiteusi, ecc.).

L’imposta è dovuta per anno solare (12 mesi). Inoltre è dovuta in funzione della percentuale di possesso e dei mesi di possesso nell’anno. Ai fini del calcolo mesi di possesso nell’IMU, regola dice che, si conteggia per intero il mese in cui il possesso si è protratto per più della metà dei giorni di cui il mese si compone.

Si paga in acconto e saldo. L’acconto scade il 16 giugno e il saldo il 16 dicembre dello stesso anno. Se la scadenza è sabato o domenica, si passa al primo giorno lavorativo successivo. È possibile fare il versamento anche in unica soluzione entro il 16 giugno. Per l’omesso o insufficiente pagamento si può fare il ravvedimento operoso.

Le aliquote

Le aliquote da utilizzare per il calcolo sono fissate dalla legge sull’IMU (commi da 738 a 783 legge di bilancio 2020). Su dette aliquote, il comune, in cui si trovano gli immobili, può apportare delle modifiche (nei limiti di legge). Tali modifiche devono essere fatte con apposita delibera comunale e devono essere pubblicate sul sito del MEF entro il 28 ottobre dell’anno stesso in cui si delibera la variazione.

Detto ciò, attualmente, la legge dice che l’acconto IMU si calcola applicando le aliquote deliberate dal comune l’anno prima.

Il saldo si calcola applicando:

  • le nuove aliquote deliberate per l’anno in corso, se pubblicate sul sito MEF entro il 28 ottobre dell’anno stesso;
  • le aliquote utilizzate per l’acconto, se il comune non ha deliberato nuove aliquote oppure anche se deliberate non sono state pubblicate entro il 28 ottobre.

In caso di versamento in unica soluzione al 16 giugno, si possono già utilizzare le eventuali nuove aliquote deliberate e pubblicate. Oppure si possono utilizzare le aliquote dell’anno prima.

Dal 2024 (non più dal 2023) le cose cambieranno. Se la delibera comunale non è pubblicata sul sito MEF entro il 28 ottobre, per il saldo si utilizzano le aliquote di base previste dalla legge IMU.

IMU 2023, le verifiche in sede di saldo

Applicando all’IMU 2023 le regole di cui al paragrafo precedente, dunque:

  • l’acconto IMU 2023 (16 giugno) si doveva calcolare con le aliquote 2022;
  • il saldo IMU 2023 (18 dicembre) si deve calcolare con le nuove aliquote 2023 se deliberate e pubblicate entro il 28 ottobre 2023. In caso contrario anche per il saldo si devono usare le aliquote del 2022 (ossia le stesse utilizzate per l’acconto).

Per coloro che hanno versato l’IMU 2023 in unica soluzione entro il 16 giugno utilizzando già le eventuali nuove aliquote deliberate e pubblicate per il 2023 oppure utilizzando le aliquote 2022, le preoccupazioni non sono finite. Infatti, questi devono verificare, in sede di saldo, che il comune non abbia emanato una nuova delibera pubblicata entro il 28 ottobre 2023 che vada a modificare la precedente. Sarà, infatti, questa l’ultima delibera efficace per il calcolo del saldo.

In tale ipotesi, quindi, bisogna ricalcolare l’IMU 2023 utilizzando le nuove aliquote e versare, in sede di saldo, l’eventuale differenza. Ma può anche darsi che dal ricalcolo scaturisca un credito. Ciò si verifica quando le nuove aliquote sono più basse di quelle utilizzate per il pagamento in unica soluzione.

Tale credito può essere chiesto a rimborso.

Riassumendo…

  • l’acconto IMU 2023 era in scadenza il 16 giugno 2023
  • il saldo scade il 18 dicembre 2023
  • si poteva pagare l’IMU 2023 in unica soluzione entro il 16 giugno
  • chi ha pagato in unica soluzione, in sede di saldo, deve comunque verificare se sono state, nel frattempo, deliberate dal comune nuove aliquote.