Anticipare l’uscita dal lavoro è senza dubbio uno degli obiettivi principali per molti lavoratori. Poter andare in pensione qualche mese prima è un’opportunità che non dovrebbe essere trascurata da chi desidera concludere la propria carriera. Andare in pensione 5 mesi prima rappresenta un’opzione che molti lavoratori vorrebbero cogliere al volo, grazie a normative che lo permettono.

“Buonasera, volevo capire se era ancora valida la soluzione per anticipare la pensione di qualche mese per noi lavori gravosi. Dal momento che sono un lavoratore in edilizia che compie 67 anni a dicembre, volevo capire come funzionava per noi la regola che vuole il nostro requisito dell’età fermo a 66 anni e 7 mesi.

Almeno se ho compreso bene la normativa. Ho 32 anni di contributi versati e se posso andare in pensione prima possibile che ben venga.”

In pensione 5 mesi prima: una soluzione valida per lasciare il lavoro in anticipo

Per andare in pensione con 20 anni di contributi sfruttando la pensione di vecchiaia ordinaria, un lavoratore deve avere 67 anni di età. Andare in pensione 5 mesi prima significa, quindi, farlo a 66 anni e 7 mesi. Questa era l’età prevista da questa misura fino al 31 dicembre 2018.

A partire dal primo gennaio 2019, l’adeguamento dei requisiti di accesso ai trattamenti previdenziali alle aspettative di vita ha prodotto un inasprimento di 5 mesi che dura ancora oggi. Un lavoratore che entro la fine del 2018 aveva raggiunto 20 anni di contributi poteva uscire dal lavoro a 66 anni e 7 mesi.

Dal giorno successivo, invece, era necessario arrivare a 67 anni, a meno che non si rientrasse in una sorta di salvaguardia.

In pensione prima dei 67 anni: servono 30 anni di versamenti

Il Decreto n° 4 del 2019, noto anche come Decretone, è ricordato soprattutto per la prima Pace Contributiva, la Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, includeva anche un provvedimento che tutelava le pensioni di vecchiaia per alcuni lavoratori dall’inasprimento di 5 mesi.

Per gli addetti alle mansioni gravose o ai lavori usuranti, non è previsto l’adeguamento alla stima di vita, mantenendo l’età pensionabile a 66 anni e 7 mesi.

Tuttavia, per beneficiare di questo anticipo di 5 mesi, è necessario avere almeno 30 anni di contribuzione effettiva, poiché i contributi figurativi non sono validi.

Come funziona la pensione per usuranti e gravosi in anticipo rispetto al solito

Gli addetti ai lavori usuranti e gravosi hanno canali di uscita molto vantaggiosi e dedicati esclusivamente a loro. Come la Quota 41 per i precoci, la pensione in regime usuranti o l’Ape sociale. In ogni caso, servono carriere lavorative piuttosto lunghe. Dai 35 anni per lo scivolo usuranti (dove è necessario centrare anche la quota 97,6 e spesso 35 anni non sono sufficienti) ai 41 anni dei precoci. Passando per i 36 dell’Ape sociale.

È evidente che chi, come il nostro lettore, non ha una carriera di questo genere. Ma raggiunge almeno 66 anni e 7 mesi, può trovare utile l’anticipo di 5 mesi. Il nostro lettore, per le sue caratteristiche, potrebbe rientrare in questa salvaguardia sull’età del pensionamento di vecchiaia. A patto di avere esattamente 30 anni di contributi al netto dei figurativi.

Per gli edili, questa è una condizione difficile da soddisfare. Poiché spesso sono soggetti a periodi di cassa integrazione e disoccupazione a causa della stagionalità del loro lavoro e della disponibilità dei cantieri.