Negli ultimi anni, le ricerche dei lavoratori in merito alla possibilità di andare in pensione anticipata sono aumentate notevolmente. Riflettendo le preoccupazioni crescenti sulla sostenibilità del sistema pensionistico e il desiderio di garantire il passaggio sereno dalla vita lavorativa al pensionamento. Molti dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, stanno esaminando attentamente le diverse opzioni disponibili per il pensionamento anticipato.

Tuttavia, le recenti modifiche legislative, introducendo penalizzazioni significative e un metodo di calcolo contributivo meno favorevole, suscitano ulteriori domande e incertezze.

I lavoratori cercano di capire come queste modifiche impattino le loro aspettative di pensione e quali strategie adottare per ottimizzare i benefici.

Ad esempio, in redazione continuano a giungere quesiti. Tra gli ultimi ricevuti c’è quello di un lettore in quale ci chiede se, compiendo 62 anni di età nel 2024 ha possibilità di andare in pensione nel 2025 con la c.d. Quota 103 anche se questa non dovesse essere prorogata.

Quota 103: il metodo di calcolo

Per rispondere a alla domanda, è necessario comprendere le attuali normative e le modifiche recenti apportate dal governo in materia di pensioni.

Concentrando l’attenzione su Quota 103, per il 2024, è ancora possibile andare in pensione utilizzando questa chance. Tale sistema richiede che i lavoratori abbiano almeno 62 anni di età e abbiano accumulato almeno 41 anni di contributi. E’ nata nel 2023, dopo Quota 102, ed è prorogata anche per il 2024.

Mentre nel 2023 il calcolo era basato su un sistema misto, ora viene interamente applicato il sistema contributivo. Questo cambiamento comporta una riduzione dell’importo della pensione per chi ha lavorato prima del 1996. Ciò in quanto, il metodo contributivo tende a essere meno generoso rispetto al sistema misto.

Pensione a 62 anni nel 2025: importo penalizzante

Inoltre, l’importo massimo della pensione anticipata con Quota 103 non può superare i 2.395 euro lordi al mese fino al compimento dei 67 anni, mentre in precedenza il limite era di cinque volte il trattamento minimo.

Un altro aspetto critico di Quota 103 del 2024 rispetto al passato è l’allungamento delle finestre di accesso alla pensione. Per i lavoratori del settore privato, l’attesa passa da 3 a 7 mesi, mentre per i dipendenti pubblici l’attesa si estende da 6 a 9 mesi. Questo significa che un dipendente privato che presenta la domanda di pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi, dovrà aspettare 7 mesi per ricevere il primo assegno pensionistico. Per i dipendenti pubblici, l’attesa sarà di 9 mesi.

Le nuove misure non sono accolte positivamente dai sindacati. I sindacati sostengono che le nuove regole rendono il pensionamento anticipato meno vantaggioso, sia in termini economici sia in termini di tempi di attesa. La UIL, ad esempio, la definisce “Quota 103 e ¾” proprio a causa delle penalizzazioni aggiuntive.

In un nostro precedente contributo, ad esempio, abbiamo detto quanto si perde andando in pensione con Quota 103.

Andare in pensione a 62 anni nel 2025: cosa serve

Nonostante le nuove penalizzazioni, è importante notare che la Quota 103 rappresenta un diritto cristallizzato.

Questo significa che chi compie 62 anni e ha 41 anni di contributi nel 2024 può comunque andare in pensione anticipata anche negli anni successivi. Dunque, anche se Quota 103 non sarà prorogata, il lettore, se nel 2024 oltre a compiere 62 anni di età matura anche 41 anni di contributi, può andarsene in pensione nel 2025 o anni dopo. Il lettore, tuttavia, può considerare l’incentivo a posticipare la pensione nonostante Quota 103 (c.d. bonus Maroni).

Questi, tuttavia, è chiamato ad alcune considerazioni da fare. Tra queste, in primis considerare le penalizzazioni legate al ricalcolo contributivo e il tetto massimo dell’assegno pensionistico.