Dicembre. In quale pozzo misterioso è finita tutta la luce dell’anno? La corrente dei giorni si è prosciugata e le mattine cadono subito nella notte. Ma quando il mese sembra più sfinito e buio, ecco il Natale, l’irrompere dell’eterno, un getto di magia che rimette in moto le nostre vite“, afferma Fabrizio Caramagna. Dicembre si rivela essere uno dei mesi più apprezzati e attesi dell’anno. Si tratta, d’altronde, di un periodo all’insegna della magia, con le persone che, almeno nell’immaginario comune, tendono ad essere più buone.

Ma non solo, in occasione del dodicesimo mese si fa un punto della situazione dell’anno giunto al termine. Il tutto volgendo un occhio di riguardo a ciò che si desidera fare l’anno successivo. Per questo motivo, nonostante manchi ancora molto all’arrivo di dicembre, sono già molti a fissare gli obiettivi da raggiungere entro la fine del 2023. Lo sanno bene molti lavoratori che desiderano uscire finalmente dal mondo del lavoro e accedere al trattamento pensionistico. Ecco come fare.

In pensione nel 2023: tutti i modi per smettere di lavorare entro dicembre

Anche nel corso del 2023 saranno molti i lavoratori che potranno finalmente andare in pensione. Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario avere almeno 67 anni di età e maturato un’anzianità contributiva pari a 20 anni. In possesso di determinati requisiti, inoltre, è possibile uscire dal mondo del lavoro prima del previsto. Diverse le strade percorribili, tra cui si annoverano le seguenti:

  • Pensione anticipata ordinaria. Grazie a questa misura è possibile andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni. Si può beneficiare di tale opportunità, infatti, a prescindere dal requisito anagrafico del soggetto interessato. Il tutto a patto di rispettare i requisiti contributivi. Ovvero bisogna aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi. Se lavoratrici donne, invece, bisogna aver raggiunto 41 anni e 10 mesi di contributi.
  • Isopensione. Tale misura è rivolta ai datori di lavoro con più di quindici dipendenti, alle prese con eccedenza di personale. In tal caso è possibile concordare dei piani di esodo anticipato a carico della stessa azienda. Entrando nei dettagli i lavoratori interessati possono andare in pensione all’età di 60 anni.
  • Ape Sociale. Ne hanno diritto i disoccupati, i disabili con percentuale pari almeno al 74%, i caregiver e lavoratori addetti a mansioni gravose. Questo a patto di avere un’età pari almeno a 63 anni. Per quanto riguarda i contributi, devono aver maturato tra i 30 e i 36 anni, in base alla categoria di riferimento.
  • Opzione Donna. Dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze si evince che grazie a tale misura le lavoratrici possono andare: “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. “Opzione donna” è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi“.
  • Quota 103. Consente di accedere al trattamento pensionistico all’età di 62 anni, a patto che il soggetto interessato abbia maturato 41 anni di contributi.
  • Lavoratori precoci. Anche in questo caso è possibile andare in pensione a prescindere dal requisito anagrafico. Questo a patto di aver maturato 41 anni di contributi, di cui almeno uno deve essere stato versato prima del compimento dei 19 anni di età. Il lavoratore deve anche rientrare in una delle seguenti categorie, ovvero;
    • disoccupato in seguito a licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
    • persona che assiste e convive da almeno sei mesi con il coniuge o un parente non autosufficiente;
    • riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;
    • soggetti che svolgono lavori usuranti o gravosi.
  • Lavori usuranti o gravosi. Coloro che svolgono lavori considerati usuranti o gravosi possono uscire anticipatamente dal mondo lavoro purché abbiano versato 35 anni di contributi.
    Per quanto riguarda il requisito anagrafico differisce in base al tipo di lavoro svolto.
    Ad esempio è pari a 61 anni e 7 mesi per i dipendenti che svolgono lavori particolarmente usuranti per almeno 78 giorni o notti in un anno. Tale soglia aumenta a 62 anni e 7 mesi per i lavoratori autonomi.

Diverse, quindi, sono le misure per andare in pensione entro la fine del 2023. Non resta che optare per la soluzione più adatta in base ai requisiti in proprio possesso e uscire finalmente dal mondo del lavoro per godersi la tanto desiderata e meritata pensione.