In quale busta paga verrà riconosciuto il bonus mamma lavoratrice? Come canta Gianluca Grignani: “Madre accarezzami la testa, che non riesco più a dormire. Oh madre accarezzami i capelli, che è merito tuo se sono così belli”.

Per ognuno di noi la mamma è il punto di riferimento. È colei a cui ci rivolgiamo per comunicare le notizie più belle e soprattutto per chiedere conforto quando le cose non vanno come sperato.

Ancora prima di nascere, le mamme nutrono un forte senso di protezione nei confronti della loro prole.

Un amore indissolubile, che si manifesta sia dal punto di vista affettivo che pratico. A partire dal cibo fino ad arrivare alla scuola, d’altronde, sono tanti gli aspetti da non sottovalutare e che richiedono, spesso, un esborso economico.

Proprio su questo fronte giunge in aiuto il governo, che ha deciso di mettere in campo una misura indubbiamente importante come il bonus mamma lavoratrice.

Chi ha diritto al bonus mamma lavoratrice

Attraverso l’ultima legge di Bilancio, il governo ha deciso di introdurre il cosiddetto bonus mamme. Ne hanno diritto le lavoratrici che nel periodo compreso dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 sono mamme di tre figli o più figli, purché il più piccolo sia minorenne. Solo fino al 31 dicembre 2024, inoltre, tale bonus è riconosciuto anche alle lavoratrici mamme di due figli, a patto che il più piccolo abbia un’età inferiore a 10 anni. Entrando nei dettagli, come spiegato dall’Inps con la circolare numero 27 del 31 gennaio 2024:

“L’esonero contributivo in oggetto è rivolto a tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia instaurati che instaurandi nel periodo di vigenza dell’esonero, dei settori pubblico e privato, ivi compreso il settore agricolo, con la sola esclusione dei rapporti di lavoro domestico. […] La misura agevolativa si sostanzia in un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile”.

In quale busta paga arriva il bonus mamma?

Il bonus mamme, quindi, si presenta come uno sgravio fiscale dei contributi previdenziali.

Questo consentirà alle mamme con contratto a tempo indeterminato di beneficiare di una busta paga più ricca, purché in possesso dei requisiti richiesti. Sia per quanto riguarda le dipendenti del settore pubblico che quello privato, le modalità di richieste sono le medesime.

Ovvero, è possibile comunicare alla propria azienda di volersi avvalere di tale esonero, oppure attendere la messa a disposizione da parte dell’Inps dell’apposita applicazione. Soffermandosi sul settore privato, non bisogna fare altro che presentare un’autocertificazione attraverso cui si attesta di aver diritto al bonus ed elencare i codici fiscali dei figli.

Potranno quindi beneficiare del bonus direttamente in busta paga, comprensivo degli arretrati calcolati a partire da gennaio. Per quanto riguarda il settore pubblico, invece, ci sono ancora dei dubbi da sciogliere. In particolare non è ancora chiaro se le lavoratrici interessate debbano rivolgersi all’amministrazione di competenza oppure a Noipa.

Quest’ultima, inoltre, non ha ancora fornito una data a partire dalla quale provvederà ad applicare tale bonus alle dipendenti pubbliche coinvolte. Anche in questo caso, ovviamente, saranno riconosciuti gli arretrati. Il consiglio, comunque, è quello di rivolgersi all’ufficio stipendi della sede di impiego per ottenere informazioni dettagliate in merito.