In tempo di Manovra, l’ampio discutere di aliquote potrebbe portare fuori strada su alcuni temi. Non tutto ciò che ha che fare con la percentuale del valore imponibile ha a che fare con misure di ampio respiro. Alcune tassazioni, infatti, possono riguardare anche prodotti di uso comune, i quali possono vedersi applicare l’Iva al pari di qualsiasi importante servizio. Quasi nessun prodotto fa eccezione a tale possibilità, inclusi i famigerati e pluri-utilizzati integratori alimentari. I quali, tuttavia, possono beneficiare di un’aliquota agevolata, anche se solo in base a determinati e improrogabili requisiti.

Non è un mistero che tali prodotti, negli ultimi anni, abbiano visto crescere il loro successo fra i consumatori. Forse per i ritmi sempre più frenetici dei tempi moderni o forse per la convinzione che un apporto esterno sia risolutivo rispetto ad abitudini di vita non sempre corrette. Fatto sta che, negli anni, regolamentarne il commercio è diventato fondamentale, al fine di fornire a chi ne fa uso dei parametri sia di gestione che di spesa. La concessione di un’aliquota agevolata va proprio in questa direzione.

Integratori alimentari, quando scatta l’Iva ridotta

Anche se non si tratta di veri e propri farmaci, qualche piccola agevolazione è quindi concessa anche per gli integratori alimentari. Ad esempio, secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per la loro cessione è applicabile un’aliquota di riguardo solo se tali prodotti figurino fra quelli indicati nella Tabella di riferimento (la A) allegata al decreto Iva. Per questi integratori, infatti, vengono applicate percentuali Iva del 4%, 5% o 10%. Una concessione di non poco conto se si considera che gli integratori alimentari non sarebbero di per sé previsti nella tabella di riferimento connessa al decreto Iva. L’aliquota ridotta, quindi, a norma di legge non sarebbe concessa in automatico. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, tuttavia, è autorizzata a un parere tecnico che, caso per caso, potrebbe determinare l’eventuale applicazione dei principi dell’aliquota Iva di minore entità.

Il verdetto finale arriverà esclusivamente dopo l’analisi della composizione del prodotto.

L’intervento dell’Agenzia delle Entrate

Anche questo un passaggio fondamentale. È stata l’Agenzia delle Entrate, interpellata sul tema, a fornire le indicazioni finali. Con le risposte 561, 562 e 563 del 18 novembre 2022, l’Ente ha chiarito in merito all’applicazione dell’aliquota ridotta, subordinandone l’utilizzo esclusivamente sulla base di un parere tecnico. Del resto, l’uso degli integratori alimentari è aumentato tanto da renderne la distribuzione sul mercato alla stregua di quella relativa a un prodotto di massa. L’analisi della composizione del prodotto è in primis una questione di sicurezza. Il risparmio è utile ma, in questi casi, finisce per arrivare secondo.