Conviene ancora investire a Dubai? “L’investimento deve essere razionale. Se non lo capite, non lo fate“, è una delle frasi più celebri pronunciate da Warren Buffett. Parole attraverso le quali il grande investitore consiglia di investire solamente quando si è in grado di essere razionali e si hanno le capacità e conoscenze per farlo.

Per questo motivo, prima di lanciarsi in un investimento è bene valutare i pro e contro, onde evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze. In particolare è bene sapere se risulti essere ancora conveniente o meno investire a Dubai.

Ma quali e quante tasse paga un italiano? Ecco cosa c’è da sapere.

Investire a Dubai conviene ancora?

Ci sono, per chi desidera cambiare vita, delle opportunità da non perdere. Ne è un chiaro esempio Dubai che, nel corso degli ultimi anni, ha registrato una crescita economica non indifferente, soprattutto grazie all’industria petrolifera e al turismo di lusso. Ma conviene ancora investire investire nella città simbolo degli Emirati Arabi? Ebbene, non è possibile fornire una risposta a priori. Investire a Dubai, infatti, conviene se si ha a propria disposizione un budget consistente. In caso contrario, invece, sarà molto difficile dare il via a un’attività redditizia.

Ma quanto costa avviare un’attività fuori dai confini italiani? Entrando nei dettagli, Dubai è un paradiso fiscale. Per questo motivo si rivela essere la meta giusta per chi desidera mettersi in proprio, beneficiando di un regime fiscale agevolato. Prima di compiere questo passo, però, è bene informarsi e sapere come muoversi. A tal fine si consiglia di rivolgersi a un esperto del settore in grado di fornire tutte le informazioni inerenti l’apertura di una società.

Quali e quante tasse paga un italiano

Dubai mette a disposizione numerosi incentivi e programmi di inserimento per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese. Allo stesso modo sono tanti i settori in cui è possibile investire, a partire dal commercio fino ad arrivare al turismo.

Tra quelli più prosperi si annoverano il settore immobiliare, l’e-commerce e le attività di import ed export. Per poter avviare un’attività a Dubai è necessario richiedere e ottenere delle licenze inerenti l’ambito di proprio interesse.

A destare l’interesse degli investitori è la tassazione pari a zero. Ebbene sì, chiunque decida di costituire una società a Dubai non subisce una tassazione diretta, almeno fino a giugno 2023, mese nel quale è previsto un cambio in questo senso. Unica eccezione sono le imprese operanti nel settore bancario dove bisogna pagare il 20% dei propri profitti. Per quanto concerne l’imposta indiretta, invece, è prevista un’aliquota fissa del 5%. Un italiano che apre un’azienda a Dubai, inoltre, non è soggetto all’imposta sul reddito o all’imposta sul patrimonio.

Avviare un’attività a Dubai: vantaggi e  svantaggi

Ovviamente non è tutto oro quel che luccica. Anche investire a Dubai, infatti, presenta delle criticità. La prima è data dal costo stesso dell’investimento. Trattandosi di una zona particolarmente ricca, infatti, è necessario sborsare una somma di denaro non indifferente. Questo, ad esempio, per l’acquisto della struttura e per la necessità di proporre prodotti e servizi di un certo livello. Il costo della registrazione di una società, invece, differisce in base al tipo e alle dimensioni della propria attività.

Il quadro legale flessibile e più semplice rispetto a quello italiano, rende Dubai la zona giusta per investire. Ad esempio: è possibile acquistare un immobile e affittarlo, oppure detenerlo per qualche anno, per poi rivenderlo a un prezzo più alto. La creazione di una società in una Free zone, inoltre, permette di ottenere i visti. Questo vale sia per il gestore, che per la sua famiglia e i dipendenti. È possibile così espatriare in modo legale, avendo la consapevolezza di essere tutelati e soprattutto sostenuti nella fase di sviluppo del proprio business.