Confermata fino al 2023 l’isopensione a 7 anni, ovvero l’esodo anticipato per aziende sopra i 15 dipendenti.

L’INPS, con messaggio n. 227 del 20 gennaio 2021, riporta la durata massima della prestazione in attuazione a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021.

Senza la proroga l’anticipo dell’età pensionabile sarebbe tornato ai soli 4 anni.

Isopensione 2021 con scivolo a 7 anni fino al 2023

Si estende sino al 2023 la possibilità per i lavoratori giunti a fine carriera di accedere al pensionamento anticipato qualora abbiano raggiunto i requisiti minimi per il pensionamento nei 7 anni successivi alla fine del rapporto di lavoro.

In origine il meccanismo dell’isopensione permetteva l’uscita anticipata dal mondo del lavoro di soli 4 anni, adesso questo periodo è stato esteso a 7 anni.

Lo scivolo a 7 anni è stato ulteriormente prorogato fino al 2023 dalla Legge di Bilancio 2021 (art. 1 comma 345 L. n. 178 del 30 dicembre 2020).

Isopensione 7 anni: quali sono i requisiti d’accesso?

L’azienda è tenuta a versare all’INPS sia le somme per l’assegno sostitutivo della pensione che giunge al lavoratore tramite l’INPS.

I requisiti necessari sono:

  • è necessario un accordo sottoscritto dall’azienda con le organizzazioni sindacali finalizzato alla gestione degli esuberi a cui i lavoratori sono liberi o meno di aderire;
  • possibilità di utilizzo da parte delle aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti;
  • possibilità di giovare dello scivolo di 7 anni per l’accesso sia alla pensione di vecchiaia che alla pensione anticipata.

Isopensione 2021: i costi a carico del datore di lavoro

Tutti gli oneri finanziari sono a carico dell’azienda, che deve provvedere a trasferire la disponibilità all’INPS affinché vengano accreditati i contributi figurativi corrispondenti all’intero periodo di esodo e venga dato corso ai pagamenti mensili.

Isopensione 2021: a quanto ammonta l’assegno di esodo?

L’assegno di esodo è pari all’importo del trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore dall’INPS sulla base delle regole vigenti.

È esclusa la contribuzione figurativa correlata che il datore di lavoro corrisponde all’INPS.

Viene così garantita la copertura per tutto il periodo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, che non subisce variazioni negative dal punto di vista economico.