Buongiorno,
ho letto con interesse sul Vostro sito le informazioni sull’ ISOPENSIONE.
Potrei cortesemente chiedere se l’Isopensione è applicabile anche per i dipendenti di una azienda con 450 dipendenti che chiude in Italia per cessata attività con un licenziamento collettivo, ma che fa parte di una multinazionale con 80.000 dipendenti e con un fatturato di 12.5 miliardi di euro?
Ringrazio in anticipo per l’interessamento e porgo cordiali saluti.

Rispondendo al quesito del lettore facciamo in primis chiarezza sulla differenza tra isopensione e contratto di espansione (novità per le grandi aziende).

L’isopensione è prevista per le aziende da 15 dipendenti in più. Il nuovo scivolo pensionistico è riservato ad aziende con più di mille addetti. Proprio in merito al numero di dipendenti, resta da chiarire in via ufficiale se nella soglia si conteggiano tutti i dipendenti dei gruppi multinazionali controllati dalla stessa holding. A queste due forme di pensionamento flessibile nelle imprese si aggiunge l’anticipo pensionistico (Ape) volontario nella versione aziendale che può riguardare tutte le imprese del settore privato indipendentemente dalla dimensione (almeno fino al 31 dicembre di quest’anno visto che, vuoi anche per la burocrazia un po’ farraginosa, non ha fatto registrare grosso appeal).

Come funziona il contratto di espansione in azienda per andare in pensione anticipata

Il contratto di espansione è in pratica uno scivolo di accompagnamento alla pensione di vecchiaia o anticipata fino ad un massimo di cinque anni (a fronte dei sette anni dell’isopensione) in cui l’azienda versa un’indennità economica rapportata alla pensione maturata al momento della cessazione del rapporto di lavoro. La differenza maggiore rispetto all’isopensione sta nel fatto che se lo scivolo è indirizzato alla pensione di vecchiaia il datore di lavoro non è tenuto a versare anche la contribuzione relativa allo stipendio che si perde per tutta la durata dello scivolo. Elemento che si concretizza in un risparmio economico per il datore e in un impoverimento della pensione per il lavoratore.

L’isopensione ha carattere strutturale e attualmente può garantire uno scivolo sino a sette anni. Il contratto di espansione invece è stato approvato in via sperimentale, al momento per il biennio 2019 e 2020, con un scivolo più breve di due anni. I requisiti quindi sono 62 anni e 6 mesi entro il 31 dicembre 2020 (posto che nel 2025 l’età pensionabile è fissata a 67 anni e 6 mesi) mentre, se finalizzato ad uno sconto sulla pensione anticipata, si rivolge alle platee che maturano 37 anni e 10 mesi di contributi (36 anni e 10 mesi le donne) entro il 30 settembre 2020. Nessuno di questi due strumenti può essere utilizzato per raggiungere forme diverse di pensionamento (come, ad esempio, quota 100 o opzione donna o per il conseguimento dei benefici previsti per i cd. lavori usuranti).

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