Stop al Reddito di Cittadinanza. Per qualcuno già effettivo, per altri più graduale. Il Governo ha da tempo deciso di rimpiazzare la misura caldeggiata dal Movimento 5 stelle all’epoca del Conte I con strumenti più adatti a favorire il reintegro degli occupabili.

Non solo. Per quanto il Reddito di Cittadinanza abbia rappresentato negli ultimi anni la principale misura di sostegno diretto al reddito delle famiglie, la sua impostazione era stata criticata anche dai Governi precedenti, più o meno concordi nel ritenere l’obiettivo di facilitare la ripresa dell’attività lavorativa dei percettori sostanzialmente mancato.

Da qui l’idea dapprima di incentivare maggiormente l’operato dei Centri per l’impiego e, in seguito, di procedere all’adozione di misure più indicate per la formazione professionale e il rimpasto degli organici laddove ce ne fosse stato bisogno. In questo senso, sono andati anche gli incentivi alle aziende che hanno manifestato la volontà di assumere nuovo personale.

L’effettiva efficacia delle nuove misure andrà verificata. Certo è che, tra l’introduzione della piattaforma Siisl per il lavoro e la formazione e l’accesso all’Assegno di inclusione, l’obiettivo è senza dubbio quello di adottare misure che possano realmente a trovare una soluzione al nodo degli inoccupati che, negli ultimi anni, il RdC non era riuscito a sciogliere. Tuttavia, restano alcune perplessità circa la decisione di rimuovere la misura in modo tranchant via sms e senza un preavviso effettivo. Almeno per gli effetti immediati. Anche se le misure sostitutive sono entrate in vigore in modo tempestivo, il rischio paventato è quello di un colpo di coda che, assieme a qualche altra riduzione sul fronte agevolazioni.

Reddito di Cittadinanza e Superbonus, l’Italia può riscoprirsi più povera? Qual è la situazione

A suonare l’allarme è proprio il Movimento 5 stelle, primo e più strenuo promotore/sostenitore dell’introduzione del Reddito di Cittadinanza.

Il senatore pentastellato, Marco Croatti, ha fatto appello alla natura democratica di misure come il sostegno alle famiglie e persino del Superbonus, rivendicando “i risultati straordinari ottenuti”. Anzi, secondo Croatti, il rischio è di un’Italia letteralmente più povera, per la possibilità di acuire “le disuguaglianze sociali sostenendo chi è più forte e furbo e abbandonando chi rimane indietro”.

In sostanza, secondo l’opposizione esiste la possibilità che le nuove misure non aggiungano nulla al welfare italiano, o comunque non di più rispetto alle precedenti. “Sono misure nuove in Italia – ha detto il senatore – certamente modificabili, che avrebbero avuto necessità di essere tarate e aggiustate”. Ma tuttavia utili a sostenere realmente i nuclei familiari più in difficoltà. Il problema è che, negli anni in vigore, il Reddito di Cittadinanza non ha funzionato come ci si sarebbe aspettato.

La nuova strada

L’inceppamento dell’auspicato filo diretto con i Centri per l’impiego si è manifestato presto, quando la misura era ancora agli albori. E, quindi, nel pieno della sua efficacia. I governi successivi a quelli guidati da Giuseppe Conte, di fatto ritrovatisi a gestire il periodo post-pandemico, hanno adottato misure inizialmente più stringenti. Ciò per incentivare una parte di percettori a reinserirsi nel mondo del lavoro. Anche in questo senso, però, è emersa una criticità emblematica, come il non riuscire a sopperire alle difficoltà nella ricerca di un’occupazione con un operato più attivo da parte delle agenzie per il lavoro. In pratica, un pantano che ha convinto l’ultimo esecutivo a remare in direzioni diverse. Con la speranza che i nuovi strumenti possano mitigare realmente la crisi occupazionale. Soprattutto per i più giovani.

Riassumendo…

  • La rimozione del Reddito di Cittadinanza ha incontrato il parere sfavorevole dell’opposizione, in particolare il Movimento 5 stelle;
  • il governo ha sopperito introducendo nuovi strumenti per la formazione e il reinserimento lavorativo, come la piattaforma Siisl;
  • i pentastellati hanno criticato la rimozione del RdC e quella progressiva del Superbonus, rivendicandone la natura democratica e i risultati raggiunti.