Ormai è pronta tutta la legge di Bilancio per il Governo Meloni e al suo interno sulla pensione degli italiano non mancano novità. La pensione resta uno degli argomenti principali di discussione. In manovra un pacchetto pensioni che non è certo ricco di quelle novità che molti lavoratori e contribuenti si aspettavano. Niente riforma delle pensioni, nessuna quota 41 per tutti ne tanto meno la tanto attesa flessibilità in uscita. Tre le misure toccate dalla legge di Stabilità del Governo, una tutta nuova e due vecchie ma prorogate.
Una identica al passato, l’altra nettamente modificata. Parliamo di quota 103, che sarebbe la grande novità 2023, con l’uscita a partire dai 62 anni con 41 di contributi versati. E poi dell’Ape sociale, semplicemente allungata di un altro anno e in scadenza adesso il 31 dicembre 2023. L’altra invece è l’Opzione donna, misura anch’essa prorogata ma con alcune sostanziali modifiche. Tanto è vero che si parla di nuova modifica alla misura già a gennaio, probabilmente nel decreto Milleproroghe. A oggi però possiamo arrivare già a spiegare come verrà utilizzata Opzione donna l’anno venturo, come ci chiede una lettrice dubbiosa sulla misura.

La domanda della nostra lettrice

“Buonasera, mi chiamo Claudia e sono una lavoratrice dipendente che nel 2023 compirà 60 anni di età. Dal momento che anche la mia attività lavorativa arriverà sempre nel 2023 a 35 anni di contributi versati, volevo una spiegazione su come potrò lasciare il lavoro con Opzione donna l’anno venturo. Vi assicuro che non ho capito bene come funziona la misura dal momento che non ho capito se completando i 35 anni di contributi nel 2023 potrò accedere alla Opzione donna. E non ho ben capito nemmeno che vantaggi ho dal momento che ho avuto tre figli. Perché sembra che la nuova opzione Opzione donna sia basata proprio sul numero dei figli avuti. Grazie mille per la vostra eventuale risposta.

Opzione donna 2023, come funziona, per chi è e chi può prenderla

opzione donna
Opzione donna è stata prorogata dal Governo Meloni anche nel 2023. La misura potrebbe essere appannaggio di determinate lavoratrici. Non è stata però una proroga neutra da correttivi e novità. La nuova opzione donna anche se si parla di proroga, è profondamente differente dalla vecchia. In effetti cambiano alcuni requisiti e cambiano anche le platee delle potenziali beneficiarie di questa misura. Nello specifico, mentre fino al 2022 potevano lasciare il lavoro le lavoratrici che si sono trovate ad aver maturato 58 anni di età se lavoratrici dipendenti e 59 anni di età se lavoratrici autonome e in entrambi i casi con 35 anni di contributi versati, nel 2023 qualcosa cambia.

Si parte a 60 anni di età per la pensione contributiva per le donne

Infatti Opzione donna prevede l’uscita per tutti a 60 anni di età. Con uno sconto però in base ai figli avuti, come anche la nostra lettrice sostiene, Infatti l’età per uscire con Opzione donna nel 2023 sarà di 59 anni per le lavoratrici che hanno avuto nella loro vita un solo figlio. E scenderà a 58 anni solo per quelle che hanno avuto almeno due figli. Inoltre la misura diventa limitata come platea delle potenziali beneficiari. Infatti potranno andare in pensione soltanto lavoratrici che sono alternativamente disoccupate, con invalidi conviventi a cui prestano assistenza, invalide loro stesse o alle prese con assunzioni presso aziende che hanno avviato stati di crisi.

Calcolo della pensione e tutto ciò che resta uguale a prima

Per tutto il resto la misura resta invariata rispetto al passato e quindi anche il meccanismo delle finestre di uscita è praticamente identico a prima. Significa che le autonome dovranno aspettare 18 mesi per poter ricevere il primo rateo di pensione con Opzione donna. Le lavoratrici dipendenti invece dovrebbero attendere 12 mesi. Si chiamano finestre mobili queste.
E Opzione donna fin dalla nascita ha nelle finestre un suo tipico meccanismo. Ed è inalterata anche la data entro cui completare i requisiti utili alla pensione, perché i requisiti dovranno essere completati entro il 31 dicembre dal corrente anno. Significa che potranno uscire nel 2023 le lavoratrici che completano sia i 60 anni di età (o 58 e 59 con i figli avuti) che i 35 anni di contributi versati entro la fine del 2022. Questo passaggio diventa fondamentale perché unito alla finestra mobile significa che chi ha compiuto 60 anni di età a dicembre 2022 e ha completato anche il requisito contributivo, non percepirà la pensione prima di gennaio 2024.