Andare in pensione prima, sfruttando le pensioni anticipate, non deve necessariamente essere prerogativa di chi vuole uscire a 59 o 60 anni. Parlare di pensione anticipata può essere idoneo anche per chi semplicemente desidera anticipare di qualche anno il pensionamento, per esempio a 66, 65 o 64 anni. E non sempre il lavoratore deve passare attraverso le misure di pensionamento ordinario che, per quanto riguarda le anticipate, prevedono 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne un anno in meno, quindi 41 anni e 10 mesi).

Ecco alcune misure da sfruttare e come fare per anticipare l’uscita

Ci sono varie misure che consentono un discreto anticipo.

Grazie alla cristallizzazione del diritto, queste misure sono ancora più numerose di quanto si possa pensare. Purtroppo, molti non lo sanno. C’è chi, seguendo le novità introdotte ogni anno dai governi, si considera un “nuovo esodato”, senza sapere di avere le carte in regola per andare in pensione subito.

Un esempio: “Salve, chiedo scusa in anticipo per ciò che scriverà e per lo sfogo che produrrò. Ho 65 anni e ho maturato 38 anni di contributi, o poco più. Tutti contributi da lavoro, con pochi figurativi per malattia. Nel novembre 2021 ho perso il mio lavoro e non ho saputo trovarne un altro. Sto vivendo di stenti, con aiuti dei miei figli e con piccoli lavoretti in nero o con quello che produco nei miei terreni. A causa delle proprietà immobiliari che possiedo (casa dove abito, terreni, una seconda casa ereditata dai miei genitori e, in quota, altri tre immobili ereditati dai familiari defunti di mia moglie, anch’essa deceduta), mi è stata respinta la domanda per il Reddito di Cittadinanza nel 2022.

Non ho presentato domanda per l’Assegno di Inclusione perché so già che sarebbe respinta. Sono un nuovo esodato. Nel 2022, la quota 102 richiedeva 64 anni di età, mentre io ne avevo 63. Oggi, a 65 anni, la quota 103 richiede 41 anni di contributi, mentre io ne ho 38.

Non ci sono aiuti per chi, come me, è senza sostentamento?”

La pensione anticipata 2024: ecco come ottenerla dai 62 ai 66 anni

Le misure a quota sono state dal 2021 ad oggi le alternative più valide alle pensioni ordinarie e le misure di pensionamento anticipato più sfruttate dai contribuenti. Certo, i requisiti sono diventati sempre più stringenti. Tuttavia, chi ha saputo sfruttare queste misure ha trovato una via d’uscita dal lavoro e ha ottenuto la pensione prima del previsto. Ma perché solo chi ha saputo sfruttarle ha trovato la via d’uscita?

Il motivo è semplice, e il nostro lettore ne è un esempio lampante. C’è chi non ha considerato la possibilità di sfruttare la cristallizzazione del diritto per queste misure. La sostituzione di quota 100 con quota 102 non ha cancellato la possibilità di usufruire della precedente misura per chi aveva i requisiti. Lo stesso vale per il passaggio da quota 102 a quota 103 e per le diverse versioni di quota 103 del 2023 e 2024.

Quota 103 nel 2024: la pensione anticipata prima del previsto

Partiamo dal confronto tra le due quota 103 degli ultimi due anni. Chi ha maturato i requisiti entro la fine del 2023 può godere di una misura migliore rispetto a chi li ha maturati nel 2024. La versione 2023 di quota 103 era infatti migliore sotto diversi aspetti rispetto alla nuova versione. I requisiti da centrare sono sempre almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi.

Chi ha compiuto 62 anni nel 2023 e ha 41 anni di versamenti può ottenere una prestazione migliore rispetto a chi completa i 41 anni nel 2024. Nel 2023, quota 103 poteva arrivare a un massimo di cinque volte il trattamento minimo e prevedeva il calcolo misto della prestazione.

In pratica, la pensione era calcolata con il retributivo fino al 31 dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011 (per chi aveva maturato almeno 18 anni di versamenti entro il 31 dicembre 1995) e con il contributivo per i periodi successivi.

Nel 2024, la misura è diventata interamente contributiva, e l’importo massimo fruibile è sceso a quattro volte il trattamento minimo INPS.

Quota 100 e quota 102: anche queste misure cristallizzano il diritto

Anche quota 100 è una misura che può permettere a qualcuno di andare in pensione subito. Il nostro lettore sembra essere uno di questi individui. È sufficiente aver maturato 38 anni di contributi nel 2021.

Quota 100 prevedeva nel 2021 il completamento di 38 anni di contributi e 62 anni di età. Chi oggi ha 65 anni ha compiuto 62 anni nel 2021, maturando quindi l’età idonea a quota 100 in tempo utile. Se al 31 dicembre 2021 si trovava con 38 anni di versamenti, ha maturato anche il secondo requisito per quota 100 e può sfruttare il vantaggio della pensione anche oggi.

Lo stesso vale per quota 102, che è appannaggio di chi ha 66 anni, avendo maturato 64 anni di età entro la fine del 2022. Quota 102, valida solo per il 2022, prevedeva sempre 38 anni di contributi e 64 anni di età. Chi ha completato questi requisiti entro il 31 dicembre 2022 può aspirare alla pensione con questa misura.

Perché si va in pensione prima e molti non lo sanno nemmeno

Chi ha perso il lavoro e ha raggiunto i 38 anni di contributi quando questa carriera era utile per quota 100 o quota 102, può andare in pensione oggi. Anche se questi lavoratori hanno continuato a lavorare, potrebbero avere diritto alla pensione.

Per esempio, chi ha 66 anni e 40 anni di contributi ha una carriera troppo corta per le pensioni anticipate ordinarie e per quota 41 precoci, a meno che non rientri nelle categorie limitate per questa misura. Quota 102 per chi ha 66 anni può essere una possibilità. E per chi ha un’età inferiore, magari 65 anni, basta che i 38 anni di contributi siano stati completati entro la fine del 2021 per quota 100.