Per la pensione di vecchiaia nel passaggio dal 2021 al 2022 ci sono novità? Ovverosia, quali sono i requisiti ed eventualmente quali sono le modifiche? Al riguardo c’è da dire, prima di tutto, che nel passaggio dal vecchio al nuovo anno nulla cambia.

Per la pensione di vecchiaia nel passaggio dal 2021 al 2022, infatti, restano invariati sia i requisiti anagrafici. Sia quelli legati all’anzianità contributiva. Così come nulla cambia pure quando la prestazione INPS di vecchiaia è inaccessibile. Anche se è stato maturato il requisito anagrafico dei 67 anni di età.

La pensione di vecchiaia nel passaggio dal 2021 al 2022.
Quali sono i requisiti e se ci sono delle modifiche

Nel dettaglio, nulla cambia sull’età. Che deve essere sempre pari ad almeno 67 anni. Mentre per quel che riguarda l’altro requisito principale richiesto, quello dell’anzianità contributiva, nulla cambia allo stesso modo. Il che significa che anche dal prossimo anno serviranno almeno 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

La pensione di vecchiaia nel passaggio dal 2021 al 2022, allo stesso modo, sarà inaccessibile anche con 67 anni di età. Se il requisito minimo dei 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati non viene rispettato. Ed in tal caso, con 5 anni minimi di contribuzione, escludendo eventualmente quella figurativa, si potrà andare in pensione di vecchiaia a 71 anni. Con la cosiddetta opzione contributiva.

Perché non ci sono modifiche nel 2022 per andare in pensione a 67 anni

Per la pensione di vecchiaia nel passaggio dal 2021 al 2022 nulla cambia anche perché trattasi di una misura strutturale. Che è collegata, nella fattispecie, all’aspettativa di vita. Inoltre, per molti lavoratori la prestazione INPS di vecchiaia rappresenta spesso l’ultima spiaggia. Quando non hanno i requisiti per accedere alle misure di pensionamento anticipato. Come la Quota 102, proprio nel 2022. Ma anche con Ape Sociale e con Opzione Donna. Così come è riportato in questo articolo.