Arriva la stretta contro le banche e gli altri soggetti c.d. “qualificati” che hanno acquistato i crediti dai propri clienti ad un prezzo troppo basso rispetto al valore nominale dei crediti stessi; infatti, con il nuovo emendamento al DL 39/2024, non solo viene disposto che le banche non potranno utilizzare la cessione del credito 2024 per pagare l’INPS o l’INAIL ma dovranno attenersi a una spalmatura in più anni per utilizzare in compensazione i crediti acquistati parecchio “sotto costo”.

Le novità in materia di cessione del credito non interessano solo le banche.

Infatti, con il nuovo emendamento il Governo cerca ulteriormente di mettere una pezza al buco di bilancio provocato dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito stoppando anche la cessione delle rate residue di detrazione. Cosicché chi ha iniziato a detrarre la spesa di ristrutturazione (superbonus, bonus 75%, sismabonus, ecc.) in dichiarazione dei redditi non potrà più cedere le rate residue.

Vediamo nello specifico cosa cambia per la cessione del credito 2024 con il nuovo emendamento depositato in Commissione Finanze del Senato.

La cessione del credito. Le ultime novità

Era nell’aria che il Governo Meloni sarebbe intervenuto con un’ulteriore stretta alla cessione del credito. Sembrerebbe che l’esecutivo non sia ancora arrivato ad avere una conta precisa sugli effetti negativi in bilancio dello sconto in fattura e della cessione del credito legato non solo al superbonus, ma anche agli altri bonus edilizi.

Cosicché, con un nuovo emendamento al DL 39/2024, si cerca ora di portare a termine il lavoro iniziato poco più di due mesi fa sulla cessione del credito 2024.

In prima battuta, rispetto alle spese 2024, superbonus, sismabonus e bonus barriere architettoniche, la detrazione dovrà essere ripartita in 10 anni. Tale novità non riguarda le spese ante 2024, le quali potranno essere utilizzate secondo le ordinarie previsioni: 4 o 5 rate a secondo dell’anno di sostenimento delle spesa e del tipo di bonus.

Attenzione, lo spalma crediti sui 10 anni non impatterà sull’utilizzo dei crediti derivanti da sconto o cessione. Infatti chi detiene il credito superbonus, bonus 75% o sismabonus potrà utilizzarlo secondo le previsioni originarie: 4  quote annuali per il superbonus, 5 quote per bonus 75% e sismabonus. Nei fatti, l’utilizzo della detrazione in dichiarazione dei redditi e l’utilizzo del credito in compensazione viaggeranno su due binari diversi; lo spalma crediti interesserà sola la detrazione.

Stop alla cessione del credito 2024 per le rate residue

Se fino a oggi il contribuente che aveva iniziato a detrarre la spesa superbonus e altri bonus edilizi in dichiarazione dei redditi, poteva cedere le rate residue di detrazione, ciò non sarà più possibile. Infatti, l’emendamento in parola dispone il blocco alla cessione delle rate residue di detrazione. Ciò con effetto dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL 39.

Per fare un esempio, ipotizziamo una spesa superbonus sostenuta nel 2022, con prima rata di detrazione indicata nel modello Redditi 2023. La seconda rata sarà riportata nel modello 2024. Le due rate residue di detrazione (2/4) non potranno essere oggetto di cessione, ma potranno essere utilizzate solo in dichiarazione dei redditi.

Attenzione, nessun blocco è disposto per le cessioni del credito successive allo sconto in fattura o alla comunicazione di prima cessione. Cosicché chi è in possesso del credito potrò cederlo nei limiti previsti dall’art.121 del DL 34/2020 sulla cessione dei bonus.

La tua cessione del credito è stata pagata troppo poco. Ora c’è una norma contro le banche “usuraie”

Arriviamo così al capitolo banche e altri soggetti qualificati (assicurazioni e altri intermediari).

Per tali soggetti, l’emendamento al DL 39 dispone il divieto di utilizzo dei crediti in loro possesso per pagare in compensazione i contributi previdenziali INPS e i premi assicurativi INAIL.

Il divieto riguarda le compensazioni effettuate dal 2025 in avanti.

Il Governo ha deciso di introdurre un’ulteriore stretta per le banche che hanno imposto cessioni del credito (comprese quelle il 2024). E a condizioni eccessivamente svantaggiose per i clienti. Non è sbagliato parlare di cessioni usuraie.

In particolare, le singole rate di credito compensabili dal 2025 dovranno essere divise in 6 quote annue. Nei fatti non sarà più possibile utilizzare l’intera rata nell’anno di competenza.

Questo nuovo obbligo di spalmatura dei crediti riguarda solo le banche e gli altri intermediari che hanno pagato i crediti a un prezzo inferiore al 75% del loro valore nominale degli stessi. Ad esempio, se una detrazione di 100 è stata pagata 70, ci sarà da rispettare l’obbligo di spalmare l’utilizzo della singola rata su più anni.

Attenzione, la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno:

  • non può essere usufruita negli anni successivi;
  • non può essere richiesta a rimborso.

Le rate, come da nuova spalmatura, non potranno essere cedute ad altri soggetti, oppure ulteriormente ripartite.

Riassumendo…

  • Il Governo introduce una nuova stretta sulla cessione del credito;
  • le spese 2024 potranno essere detratte in 10 anni;
  • i cessionari potranno utilizzare i crediti secondo le scadenze ordinarie;
  • l’utilizzo del credito non sarà più correlato alle scadenze della detrazione;
  • le banche che hanno acquistato bonus a condizioni troppo vantaggiose dovranno spalmare il credito su più anni.