Tra gli italiani che si trasferiscono all’estero per cercare lavoro, le Canarie sono tra le destinazioni più gettonate non solo per la vicinanza (geografica ma anche linguistica e culturale) e per il clima mite ma anche per la presunta facilità con cui in questo arcipelago si può trovare un’occupazione e vivere dignitosamente, con lo stipendio o con la pensione, senza essere soffocati dalle tasse.

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Attenzione però perché non è tutto oro quello che luccica e, come abbiamo ribadito in più occasioni, se è vero che non bisogna scoraggiarsi prima di partire, è altrettanto da tenere consigliabile evitare di lasciarsi trascinare dai facili entusiasmi di chi, avendo già fatto questa scelta, non ammetterebbe mai che alcuni problemi si trovano anche all’estero e strizza l’occhio in maniera acritica alla nuova patria.

E’ in controtendenza rispetto all’idea delle Canarie come paradiso di chi cerca lavoro all’estero l’indagine della Monitor Adecco de Oportunidades y Satisdacción en el Empleo: le isole spagnole infatti si piazzano nelle ultime posizioni, insieme a Castilla-La Mancha e Galicia, per quanto riguarda la qualità del lavoro e la proporzione media tra stipendio e costo della vita. Le destinazioni spagnole più convenienti secondo il rapporto sarebbero invece Cantabria, Madrid e la comunità di Valencia.

Trovare (un buon) lavoro alle Canarie è facile?

Una ricerca che forse spiazzerà chi è sul punto di partire per le Canarie o chi aveva iniziato ad accarezzare questa idea. Rinunciare a partire quindi? Assolutamente no ma nemmeno credere che tutto sia estremamente facile e che non serva rimboccarsi le maniche. Prima di trasferirsi all’estero bisogna valutare alcuni aspetti cruciali e considerare i pro e i contro. Abbiamo intervistato Francesco C. che da un anno vive e lavora come libero professionista a Las Palmas e che ci aiuta ad avere una visione più realistica della vita in queste isole.

Pur non essendo assolutamente pentito di aver lasciato l’Italia, dove la partita IVA lo costringeva a fare i conti con una tassazione molto pesante, non nega che i primi tempi di ambientazione non sono sempre rosei e dà un consiglio agli italiani pronti a partire per le Canarie: fatelo organizzati e non da “scappati di casa” ovvero senza arte né parte e senza conoscere un minimo di spagnolo. Lo stereotipo dell’italiano che arriva a Las Palmas e vuole tutto facile, conclude, sta iniziando a far perdere credibilità ai nostri connazionali seri.