Anche il periodo di lavoro svolto all’estero è utile per andare in pensione in Italia. Nonostante i contributi siano stati versati in una cassa pensionistica straniera, si possono utilizzare anche in Italia per raggiungere i requisiti per andare in pensione. L’operazione è consentita, sia con i Paesi in cui vige una convenzione bilatarale con l’Italia, sia con i Paesi ove questa non sussiste.
Una volta appurato che il lavoro prestato all’estero, anche solo per poche settimane, è fruibile per raggiungere il requisito contributivo alla pensione in Italia, bisogna attivarsi per tempo.
Il riscatto del lavoro prestato all’estero
Nello specifico, il lavoro regolarmente retribuito svolto all’estero è riconosciuto ai fini del diritto alla pensione in Italia. Cosa significa questo? In pratica la ricongiunzione permette di sommare i periodi di assicurazione ai fini del diritto della pensione, ma non per quanto concerne il pagamento della stessa. Il calcolo della rendita è infatti separato e ogni Paese fa per conto suo. Così, pur avendo diritto alla pensione, si percepiranno due assegni distinti.
Diversamente il lavoratore, se intende utilizzare tali periodi in Italia, deve pagare i relativi contributi all’Inps in base a quanto previsto dalla legislazione italiana. Stiamo parlando naturalmente di lavoratori dipendenti, giacché per gli autonomi questa possibilità non è prevista. E l’operazione è abbastanza onerosa.
Ma quanto costa? Come previsto per tutti i riscatti di contributi, il costo è determinato secondo il metodo della riserva matematica, ove le anzianità da riconoscere ricadono nel sistema retributivo. Oppure secondo il sistema ad aliquota ove le anzianità da riscattare siano situate nel sistema contributivo, cioè per il periodo lavorato dopo il 1995.
Come riscattare i contributi per la pensione
La domanda di riscatto dei contributi per il lavoro svolto all’estero deve essere presentata all’Inps. Può essere fatta sia dagli interessati già in pensione per incrementare l’importo, sia dai lavoratori che si apprestano ad andarci per il raggiungimento dei requisiti. La domanda può essere comunque presentata in qualsiasi momento, ma è utile farlo prima di andare in pensione, onde avere sotto mano il quadro completo della propria posizione contributiva generale.
Alla domanda di riscatto deve essere presentato il certificato di cittadinanza italiana, nonché la documentazione comprovante il rapporto di lavoro prestato all’estero. Soprattutto se si tratta di attività svolta in Paesi non convenzionati con l’Italia per i quali dovrà essere dimostrato il relativo periodo di assicurazione. Ciò vale sia per i lavoratori italiani che per quelli stranieri che risiedono in Italia
La documentazione comprovante il lavoro prestato oltre confine deve risalire al momento della costituzione del rapporto di lavoro, non dopo. A riguardo costituiscono prove le buste paga, il libretto di lavoro, le dichiarazioni delle autorità consolari o locali, purché asseverate e tradotte nella lingua italiana. La richiesta di riscatto per lavoro svolto all’estero può essere avanzata anche se il richiedente non risulta mai assicurato presso l’Inps.
Riassumendo…
- Anche il lavoro prestato all’estero è utile per andare in pensione in Italia.
- Per riscattare i contributi bisogna presentare apposita domanda all’Inps prima di andare in pensione.
- I contributi riscattati sono utili per il diritto ma non per la misura della pensione in Italia.