Nonostante nelle ultime settimane sia balzata agli onori della cronaca la possibilità di ripristinare per la pensione la nota quota 96, adesso iniziano a trapelare maggiori informazioni su questa ipotetica misura. La quota 96, non appena è tornata in discussione, ha destato immediatamente molto interesse. Ma su questa ipotetica nuova misura, alcune cose da chiarire ci sono.  Infatti sembra che ultimamente stia prendendo piede la possibilità di una quota 96 limitata solo a determinate categorie.

Perché la riforma potrebbe partorire una quota 96 limitata

Le tante domande dei nostri lettori su questa misura che il Governo avrebbe intenzione di varare, al momento non hanno risposte certe.

Ma quello che appare praticamente sicuro è che un ritorno alla quota 96 di una volta, come molti auspicherebbero, non potrà essere fatto. Si ragiona su limiti e vincoli, soprattutto sulla delimitazione di platea, di una misura che permetterebbe un cospicuo anticipo. Perché anche una misura limitata a determinate categorie non è cosa da poco.

“Buongiorno, dal momento che più volte avete parlato di quota 96 nelle vostre rubriche, volevo porvi una domanda. Per quanto concerne l’ipotetica riforma delle pensioni del 2024 con l’inserimento di questa misura, la combinazione di 60 anni di età e 35 anni di contributi basterà? Io compio 60 anni di età nel 2024 e se ipoteticamente la quota 96 venisse varata, quali anni di contributi devo completare? Perché 35 anni di contributi li completo a novembre del 2024, due mesi dopo il mio compleanno.”

Lavoro gravoso, nel 2024 possibile la pensione a 60 anni? ecco le ultime

Quota 96 era e resta una misura che il governo Meloni, anche se non ci sono certezze, avrebbe messo nel mirino. In pratica, quota 96 è nell’elenco delle misure da cui partire per riformare il sistema previdenziale italiano. Una misura molto importante e molto interessante che ha raggiunto come interesse collettivo la quota 41 per tutti. Prima dell’avvento della riforma Fornero questa misura consentiva il pensionamento con 60 anni di età e 35 anni di contributi versati ma solo al contestuale completamente della quota 96.

Ad oggi possiamo dire che è praticamente impossibile tornare alla misura del passato, aperta a tutti e priva di limitazioni e vincoli. Più facile che la misura venga comunque varata, ma limitata solo a determinate categorie di lavoratori come possono essere considerati i lavori gravosi. Una misura che per i lavoratori gravosi si andrebbe ad aggiungere all’Ape sociale e alla quota 41 per i precoci, che anche nel 2024 dovrebbero funzionare.

Solo per i lavori gravosi quota 96? ecco le ultime

Quindi si va verso una quota 96 solo per i lavoratori alle prese con delle attività talmente logoranti da essere soggette a tutela da parte delle autorità. Ma se la quota 41 per i precoci consente senza limiti di età di uscire con 41 anni di contributi versati, se l’Ape sociale permette uscite a partire dai 63 anni con 36 anni di contributi versati, la quota 96 sarebbe più appetibile. Infatti si permetterebbe il pensionamento a quanti con 60 anni di età e 35 anni di contributi versati completano la quota 96. Sembra però che adesso si ragioni sul rendere l’uscita a quota pura. Cioè nel senso che non dovrebbe servire l’uso delle frazioni di anno.

Nelle ultime ipotesi trapela l’intenzione di passare a una quota 95 addirittura. Una nuova via che permetterebbe il pensionamento con combinazione 60+35. E per quanto concerne le platee dei lavori gravosi, si dovrebbe ripartire da quelle valide per la quota 41 per i precoci e non per quelle aggiornate per l’Ape sociale nel 2023. In pratica, dalle maestre o dagli educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia ai camionisti, da ostetriche e infermieri di sale parto e sale operatorie ai facchini. Parliamo quindi delle 15 attività di lavoro gravoso che ancora oggi permettono con 41 anni di contributi di andare in pensione come precoci.

Senza limiti anagrafici.