Andare in pensione a 61 anni di età non è facile. Il continuo allungamento dell’età pensionabile dovuto all’aumento della speranza di vita rende sempre più difficile l’uscita anticipata dal lavoro. Resistono, quindi, ancora poche opzioni per ottenere una rendita pubblica dopo i 60 anni, ma la tendenza è quella a eliminare anche queste piccole vie di fuga che appaiono ormai obsolete.

A parte i militari e gli appartenenti alle forze di pubblica sicurezza che possono lasciare il servizio già a partire da 58 anni di età con 35 anni di contributi (pensioni di anzianità), per uscire a 61 anni bisogna per forza aver totalizzato un monte contributivo molto consistente per il quale il requisito anagrafico non è necessario.

Stiamo parlando delle pensioni anticipate con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) o con 41 anni di versamenti per i lavoratori precoci.

Pensioni anticipate a 61 anni di età

Per andare in pensione anticipata con le regole attualmente in vigore servono almeno 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne) di contributi a prescindere dall’età anagrafica. 41 anni di versamenti senza vincoli di età occorrono anche per coloro che possono uscire come precoci. E che hanno almeno 12 mesi di versamenti alle spalle prima di aver compiuto il 19 esimo anno di età.

Questi due tipi di pensione possono tranquillamente incrociare il requisito anagrafico a 61 anni, benché non sia richiesto dalla normativa. Coloro che hanno iniziato a lavorare presto e senza interruzioni durante la loro carriera possono, infatti, pensare di lasciare il lavoro subito dopo i 60 anni. A conti fatti, un lavoratore che ha cominciato a lavorare a 18-19 anni può tranquillamente andare in pensione a 61 anni nel 2024.

Ci sono poi altre deroghe che consentono di ottenere la pensione anticipata a patto che si abbiano alle spalle molti contributi pensione. Come nel caso di Opzione Donna dove servono tassativamente almeno 35 anni di versamenti prima di valutare l’uscita anticipata a 61 anni.

Deroga che prevede uno sconto anagrafico fino a 2 anni in presenza di figli.

In pensione con Opzione Donna

Tuttavia, Opzione Donna è diventata più stringente dal 2023. Per ottenere il diritto alla pensione anticipata delle lavoratrici con il sistema contributivo bisogna rientrare in particolari condizioni sociali. Cioè essere invalide al 74%, caregiver, licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Il che ha ristretto notevolmente le vie di accesso a questa prerogativa.

Non solo. Dal 1gennaio 2024 non bastano più 60 anni di età, ma ne occorrono almeno 61. Sconti sul requisito anagrafico sono previsti per le lavoratrici con figli: un anno in meno per le donne con un figlio e due in meno per le donne con due o più figli. Resta invariato il requisito contributivo, fermo a 35 anni di contributi interamente versati. Così come le finestre mobili che prevedono il differimento del primo pagamento della pensione di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Ricordiamo che l’importo della pensione con Opzione Donna è calcolato con il sistema contributivo. Quindi è inferiore a quello che si otterrebbe con il sistema retributivo, almeno per la parte di contribuzione maturata, quella dopo il 1995. Con una conseguente penalizzazione dell’importo dell’assegno che può arrivare anche al 25%.

Riassumendo…

  • Chi può andare in pensione a 61 anni nel 2024 con le regole attualmente in vigore.
  • Quali sono i requisiti necessari per ottenere il diritto all’uscita anticipata.
  • Con Opzione Donna si può lasciare il lavoro a 61 anni, ma in presenza di figli si arriva anche a 59