Si torna a parlare di pensioni per medici e infermieri, ma anche di bonus per chi rimane in attività. “L’infermiera, se ben preparata, è una vera benedizione per l’umanità, quasi come un medico o un prete – e per nulla inferiore a questi“, affermava William Osler. E in effetti si tratta di lavoratori che rivestono un ruolo importante per la società.

Precisiamo che, da ultime voci, il Governo ha fatto un passo indietro sul bonus pensioni per mancanza di copertura.

Nessun aumento dunque per chi resta in servizio. Ma fino a fine anno c’è tempo per sperare per chi lavora in questo settore.

Medici e infermieri, infatti, si prendono cura dei pazienti e offrono loro il supporto necessario per poter far fronte ad alcuni problemi di salute. Un lavoro senz’ombra di dubbio importante ed essenziale, tanto da spingere il governo guidato da Giorgia Meloni ad introdurre delle importanti novità. Tra questi l’arrivo di aumenti in busta paga a favore di chi resterà in servizio. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Governo Meloni: riforma delle pensioni nel 2023

Il governo guidato da Giorgia Meloni è al lavoro per studiare le misure da introdurre con la prossima Legge di Bilancio che deve essere approvata entro i 31 dicembre 2022. Grazie a quest’ultima potrebbe decidere di introdurre un pacchetto di misure da 1,5 – 2 miliardi di euro per prolungare Opzione donna e Ape sociale. Bisognerà attendere il 2023, invece, per la vera e propria riforma delle pensioni. Il nuovo esecutivo, d’altronde, è stato eletto da poco. Per questo motivo ha poco a disposizione per trovare le risorse necessarie per trovare le risorse necessarie a mettere in campo una riforma studiata fin nei minimi particolari.

Pensioni medici e infermieri: la promessa di aumenti importanti in busta paga per chi resta in servizio

Diverse le ipotesi in ballo, con l’esecutivo che ha come principale obiettivo quello di evitare il ritorno della Legge Fornero.

Quest’ultima offre la possibilità di andare in pensione al raggiungimento dei 67 anni di età, a patto di aver maturato almeno venti anni di contributi. In attesa di vedere quali misure attuerà il governo al fine di permettere l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, ci sono alcune categorie che potrebbe essere spinte a proseguire la propria attività.

Si tratta di quei settori dove si registra una carenza di personale e trovare dei sostituti non è affatto semplice. Questo perché si tratta di lavori che necessitano il possesso di determinati competenze, come ad esempio nel caso di medici e infermieri. Proprio quest’ultimi, pertanto, potrebbero beneficiare di una decontribuzione grazie alla quale i lavoratori interessati potrebbero beneficiare di una busta paga più ricca. Questo a patto che continuino a lavorare, nonostante abbiano già maturato i requisiti per andare in pensione. Al momento, comunque, si tratta solo di ipotesi. Bisogna attendere il 2023 per vedere quali novità porterà con sé la riforma delle pensioni.