Malattia e reperibilità del dipendente pubblico, il quesito di un nostro lettore:
Le chiedo chiarimenti circa la reperibilità per dipendente pubblico in malattia per depressione reattiva, (certificata con legge 104 inferiore 1/3). Si precisa che il medico curante dell’ASL nel certificato ha precisato che al paziente, in virtù di tale patologia, sia data libertà di movimento. In attesa di Sua esaustiva risposta gradisca cordiali saluti.

Risposta

Analizziamo in quest’articolo quando il dipendente può essere esonerato dalla visita fiscale e analizzeremo la reperibilità nel caso specifico.

Esonero visita fiscale

Le fasce di reperibilità della visita fiscale si differenziano se dipendenti privati o pubblici, la suddivisone è operata nel modo seguente:

  • dipendenti privati: mattina ore 10.00 – 12.00 pomeriggio 17.00 – 19.00;
  • dipendenti pubblici: mattina ore 09.00 – 13.00 pomeriggio 15.00 – 18.00

Secondo le linee guida Inps possono essere esonerati dalle fasce di reperibilità i dipendenti per cui l’assenza di malattia è riconducibile ad alcuni particolari situazioni:

Per i dipendenti pubblici:

  • nel caso di patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  • quando dipende da infortunio sul lavoro;
  • malattie accertate per causa di servizio riconosciuta (patologie rientranti nella Tabella E);
  • stati patologici connessi alla patologia invalidante pari o superiore al 67%

Per i dipendenti privati

  • nel caso di patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  • quando dipende da infortunio sul lavoro
  • stati patologici connessi alla patologia invalidante pari o superiore al 67%

Reperibilità e malattia, le sentenze della Corte di Cassazione

Con la sentenza numero 6375 e la sentenza n. 21621 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito alla malattia e la sua reperibilità per i pazienti affetti da depressione. Le sentenze entrano in contrasto con quanto disposto dall’Inps, accogliendo il ricorso di un lavoratore che era uscito nelle fasce di reperibilità in quanto il medico gli aveva prescritto che uscire di casa avrebbe aiutato a curare la sua patologia. I giudici hanno chiarito che se il medico curante consiglia all’assistito che uscire possa aiutarlo nella guarigione questo può farlo, l’importante che nel periodo di malattia non svolga altri lavori

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Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienze per la risposta, risponderemo a tutti.