Altri 4.125 dipendenti del Monte dei Paschi andranno in pensione anticipata. Fino a 7 anni prima previsti dalla pensione di vecchiaia (67 anni) o anticipata con 41-42 anni a 10 mesi di contributi. A pagare la fuoriuscita saranno gli azionisti, in particolare lo Stato.

L’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, il settimo per Monte dei Paschi, servirà appunto a questo. A mandare via altri 4.125 dipendenti dalla banca senese con l’85% dell’ultima retribuzione fino alla maturazione dei requisiti ordinari di pensione.

Monte dei Paschi: maxi scivolo per 4.125 lavoratori

Un privilegio che graverà ancora una volta sulla collettività.

Già, perché il 68,25% del capitale sociale del Monte dei Paschi è in mano al Tesoro che parteciperà alla ricapitalizzazione con un assegno da 1,7 miliardi di euro. Soldi dei contribuenti, quindi, che serviranno più che altro ad evitare che migliaia di lavoratori finiscano in mezzo a una strada.

Ma come funziona esattamente il prepensionamento dei bancari del Monte dei Paschi? In base agli accordi sindacali, ancora in fase di definizione, è previsto l’esodo volontario per tutti i dipendenti a cui mancano fino a sette anni all’età pensionabile.

Quindi già a 58 anni si può lasciare il lavoro, in base alle modifiche legislative adottate a inizio anno che fanno leva sul Fondo di Solidarietà per il settore credito. Cosa impensabile per la generalità dei lavoratori. Ancor meno per gli statali che simili trattamenti li possono giusto sognare di notte.

In pensione sette anni prima con 85% dello stipendio

Nel dettaglio i dipendenti del Monte dei Paschi potranno anticipare l’uscita dalla banca fino a 7 anni andando in prepensionamento. Grazie a un emendamento al decreto mille proroghe (Dl n. 228 del 2021), lo Stato consente fino al 30 novembre 2022 di allungare di 2 anni lo scivolo pensionistico previsto fino a 5 anni per chi lavora in banca.

A conti fatti si tratta di una pensione anticipata all’acqua di rose che consente di lasciare il lavoro già a 58 anni di età, fino al 2029.

Con una indennità pagata dal fondo credito al 85% della retribuzione, senza contributi, Tfr e buoni pasto. Non male, anzi una vera e propria manna che induce alla fuga di un dipendente su cinque dal Monte dei Paschi.

E per chi non vi rientra per poco, dovrà solo aspettare la prossima infornata di uscite anticipate che lo Stato continuerà a sostenere con i prossimi aumenti di capitale. Un esempio che la dice tutta di quanto sia ingiusto e completamente iniquo il sistema pensionistico in Italia. Non da oggi, ma da sempre.