La Legge 104 del 1992 è una pietra miliare nel riconoscimento dei diritti delle persone disabili, e di chi se ne prende cura, a livello lavorativo. Uno dei più grandi benefici che la Repubblica Italiana offre ai propri cittadini. Da quel 5 febbraio di oltre trent’anni fa il diritto al lavoro assume dei connotati diversi, perché con i permessi 104 è finalmente possibile assentarsi, mantenendo la retribuzione, per diversi motivi senza il bisogno di una giustificazione.

Quando si possono richiedere permessi 104

Solitamente, il motivo per un permesso 104 è legato a problemi di salute.

La persona in questione non si sente bene, ha bisogno di riposo o devo svolgere una visita medica.

Perciò, la legge prevede fino a tre giorni di assenza retribuita dal lavoro per chi è in possesso del certificato di invalidità. Tuttavia, per gli insegnanti e i lavoratori a diretto contatto nel pubblico, è necessaria una autorizzazione specifica per un permesso di tre giorni consecutivi: questo per evitare l’accavallarsi con il weekend, generando quindi una striscia di assenza molto lunga.

I tre giorni possono anche essere utilizzati nell’arco del mese sottoforma di ore, quindi in più giornate.

Non c’è dunque un motivo specifico per richiedere permessi 104; e questo vale sia per i lavoratori portatori di handicap che per i caregiver a sostegno dei disabili.

Ci sono differenze tra un caregiver ed un lavoratore disabile nella richiesta dei permessi?

No, un caregiver può tranquillamente richiedere un permesso 104 per assistere il proprio famigliare, per un massimo di tre giorni al mese (oppure ore equivalenti).

L’assenza da lavoro non è sottoposta a controllo, per cui sia il lavoratore che il caregiver non devono presentare alcune giustificazione.

Il motivo può essere infatti anche il semplice riposo.   

Con quanto sopra premesso speriamo di rispondere al quesito che riportiamo e che è giunto in redazione in seguito alla pubblicazione di un recente articolo sulle giustificazioni per i permessi 104.

“Lavoro in una piccola azienda a conduzione familiare da sette anni. Fino a due anni fa i rapporto sono stati non dico idilliaci ma molto buoni, sia con i colleghi che con i miei datori. Poi due anni fa sono diventata caregiver di mia mamma e da subito le mie richieste per i permessi 104 che mi spettano di diritto hanno creato malcontento e lamentele. Ultimamente la situazione sta diventando per me difficile da gestire perché ad ogni richiesta di permesso per assistere mia madre, segue una sorta di interrogatorio sulle motivazioni. Mi chiedono che visita deve sostenere ed eventuali documenti. Ma il fatto è che mia madre ha spesso bisogno di assistenza presso il suo domicilio perché non può stare sola. Quando torno dopo aver usufruito dei permessi 104 devo inoltre subire gli sguardi giudicanti dei miei colleghi. Come posso fare?”

Aggiungiamo che è anche prevista la possibilità di richiedere il permesso per malattia oltre ai giorni concessi dalla 104, che quindi non vanno scalati. Per la malattia, però, si procede regolarmente con il certificato medico e le opportune procedure di controllo dell’INPS.

I permessi di invalidità possono generare sospetti?

Alla luce di quanto abbiamo visto, chiedere un permesso 104 non è mai motivo di dubbio  o sospetto e il datore di lavoro non può mai rifiutarsi di concederlo (ad esempio nella scuola il dirigente scolastico non può negare il permesso anche se esso viene richiesto il giorno degli scrutini finali) . In caso contrario, il lavoratore può far rivalere i propri diritti presso l’istituto previdenziale.

Riassumendo

  • La legge 104 consente di richiedere permessi retribuiti dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese (o anche in più giorni frazionando il corrispondente numero di ore).
  • Non c’è bisogno di presentare una giustificazione per ottenere il permesso.
  • I permessi sono utilizzabili sia dal lavoratore disabile che da un caregiver che assiste un parente portatore di handicap.
  • Il datore di lavoro non può mai negare un permesso 104, se nel limite dei tre giorni o delle ore totali.
  • I permessi possono cumularsi con la malattia.