La Naspi è il principale ammortizzatore sociale erogato dall’INPS per chi perde involontariamente il lavoro. La prestazione riguarda tutti i lavoratori dipendenti ed è nata con il Jobs Act di Matteo Renzi. Naspi è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego ed è diventata l’unico ammortizzatore sociale per chi perde involontariamente il lavoro. Solo i collaboratori, che ricevono la DIS-COLL dall’INPS, i lavoratori agricoli, che hanno la loro DS agricola specifica, e i lavoratori pubblici a tempo indeterminato non hanno diritto alla Naspi.

Questa misura è fondamentale per molti italiani, ma ci sono alcune situazioni che è importante conoscere perché chi ne è interessato potrebbe perdere dei soldi. Anche la data di presentazione della domanda è cruciale, e come vedremo, il ritardo è un errore grave.

“Buongiorno, sono Sofia e ho lavorato tutto l’anno come supplente a scuola. Il mio contratto è scaduto il 30 giugno scorso e ora sono all’estero con mio marito che deve restare fino a metà agosto per lavoro. Conto di fare la domanda di disoccupazione al mio ritorno tramite il mio solito Patronato. Non ho capito bene perché qualcuno mi suggerisce di presentare la domanda entro l’8 luglio, sostenendo che se ritardo perdo mesi di disoccupazione. È davvero così?”

NASPI 2024 in Scadenza: Perché è Meglio Presentare la Domanda Entro Oggi 8 Luglio

In generale, dopo la perdita del lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa, scadenza del contratto o altre forme di cessazione involontaria del lavoro, la Naspi può essere maturata. E non viene persa se non in un caso specifico: il ritardo nella presentazione della domanda oltre il termine massimo consentito. Che è di 68 giorni dalla data della perdita del posto di lavoro. In pratica, anche Sofia ha 68 giorni a partire dal 30 giugno, data di scadenza del suo contratto, per presentare la domanda.

La decorrenza del trattamento parte dall’ottavo giorno successivo al licenziamento se la domanda è presentata entro i primi 8 giorni dalla perdita del lavoro.

Altrimenti, parte dal primo giorno successivo alla presentazione della domanda. Per domande inoltrate oltre i 68 giorni dalla scadenza del contratto, il lavoratore perde il diritto alla Naspi, che quindi decade. I giorni di lavoro maturati non vengono persi e saranno conteggiati per eventuali future Naspi, dopo aver trovato un nuovo lavoro ed averlo perso nuovamente in modo involontario.

Naspi: La Durata è Importante, Ecco Perché

La Naspi è assegnata dall’INPS per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del posto di lavoro, a meno che il lavoratore non abbia già utilizzato questi periodi per Naspi precedenti o altri ammortizzatori sociali.

Ci sono periodi particolari in cui le richieste di Naspi aumentano significativamente per l’INPS, come i periodi successivi alla fine delle stagioni estive di lavoro per il settore turistico, alberghiero e ricettivo, e i periodi immediatamente successivi alla chiusura dell’anno scolastico, che coinvolgono i precari della scuola. Questo è il caso della nostra lettrice. Nel mondo della scuola, il tempo per percepire tutta la Naspi spettante è ridotto, dato che tra la chiusura dell’anno scolastico e la riapertura del nuovo passano solo due mesi, luglio e agosto. A settembre le attività ripartono.

Ecco Perché la Domanda va Fatta il Prima Possibile

Alla luce di questa situazione, il dubbio di Sofia è assolutamente lecito. Se ha lavorato, presumibilmente da settembre 2023 a giugno 2024, ha maturato 5 mesi di Naspi. Ma avrà solo due mesi di indennità da sfruttare e solo se presenta la domanda subito. Se la presenta in prossimità dell’avvio del nuovo anno scolastico, rischia di non avere tempo utile per sfruttare la sua Naspi, soprattutto se a settembre sarà nuovamente riassunta a tempo determinato come supplente.

Il problema per i lavoratori precari della scuola è concreto, perché ogni anno si accumulano mesi di lavoro non utilizzati con le varie Naspi.

Un lavoratore della scuola, una volta ottenuto un contratto a tempo indeterminato, rischia di perdere tutti i mesi di Naspi maturati. Ecco perché è meglio non considerare i 68 giorni utili per presentare la domanda di Naspi come il limite temporale da rispettare, ma piuttosto guardare ai primi 8 giorni successivi al licenziamento per allungare al massimo il periodo di fruizione della Naspi. Per i precari della scuola, è meglio fare tutto entro l’8 luglio.