Chi percepisce la NASPI dall’INPS significa che ha perso il lavoro. L’indennità, dunque, è finalizzata a ristorare la perdita dello stipendio.
Certo è che l’importo mensile della NASPI, nella maggior parte dei casi, non permette di vivere ma di sopravvivere per un certo periodo di tempo.

L’indennità, infatti, non è percepita per sempre ma limitatamente ad un certo numero di mesi. Inoltre, si perde se nel frattempo si trova un altro lavoro e, quindi, un altro reddito. Ciò, tuttavia, non sempre avviene.

Esistono, infatti, casi in cui il nuovo lavoro e la NASPI possono coesistere. È però necessario che il reddito che deriva dal nuovo lavoro non superi una certa soglia.

Proprio questo aspetto della NASPI è oggetto del quesito arrivato in redazione. In dettaglio, il lettore ci fa presente di essere in NASPI e che gli è stata offerta la possibilità di una collaborazione che prevede una remunerazione sulla base della cessione del diritto d’autore. Il lettore ci chiede, quindi, se accettando la collaborazione perderà la NASPI.

Chi ha diritto a chiedere la NASPI

Hanno diritto a richiedere e percepire la NASPI i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione. Sono necessarie almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione

Tra i soggetti ammessi sono compresi anche:

  • apprendisti;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni
  • operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi.

Il riconoscimento non è automatico. Per avere l’indennità occorre presentare domanda all’INPS. Il pagamento sarà mensile e per un massimo di mesi calcolato in base al periodo di lavoro precedente.

Come funziona la cessione diritti d’autore

La remunerazione pagata per la cessione diritti d’autore prevede un regime di tassazione particolare.

Il compenso è soggetto a ritenuta d’acconto del 20% che si applica:

  • sul 60% del compenso, se il contribuente ha meno di 35 anni di età
  • sul 75% del compenso negli altri casi.

Il percettore, se ha partita IVA rilascia fattura altrimenti, se non ha partita IVA, rilascia ricevuta con codice fiscale su cui assolvere imposta di bolo di 2 euro se il compenso è superiore a 77,47 euro.

Cumulabilità NASPI e cessione diritti d’autore

L’INPS dice i casi in cui la NASPI e cumulabile con altri redditi. Ad esempio, di recente ha chiarito quando sono cumulabili NASPI e lavoro agricolo occasionale.

Detto ciò, andando a rispondere al lettore, il reddito che deriva dalla cessione diritti d’autore è compatibile e cumulabile con la NASPI ma entro una certa soglia. Oltre tale soglie la NASPI è persa. In dettaglio, si perde la NASPI se il compenso derivante dalla cessione diritti d’autore supera l’importo di 5.500 euro annui.

Fino a 5.500 euro annui, invece, la NASPI continuerà ad essere percepita ma l’importo dell’indennità sarà ridotto in misura percentuale pari all’80% dell’importo percepito a titolo di cessione diritti d’autore.

Esempio

Il sig. Antonio percepisce di NASPI l’importo di 900 euro mensili e percepisce 200 euro al mese per cessione diritti d’autore. In tal caso, la NASPI sarà ridotta per un importo pari all’80% di 200 euro. Quindi, di 160 euro. Ne consegue che la NASPI mensile sarà di 740 euro.