A inizio luglio, i lavoratori precari della scuola sono stati massicciamente coinvolti nella presentazione della domanda di Naspi. A settembre, con la fine della stagione estiva, saranno i lavoratori del settore turistico, alberghiero e ricettivo a essere interessati dallo stesso adempimento. Durante tutto l’anno, qualsiasi lavoratore che perde involontariamente il lavoro presenta la domanda di disoccupazione all’INPS. La Naspi, infatti, non è altro che l’indennità per disoccupati dell’INPS e sta per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego.

Negli anni, le modalità di fruizione della Naspi si sono ridotte come mesi coperti dall’ammortizzatore sociale. È utile chiarire anche il calcolo della Naspi, visto che molti chiedono spiegazioni sulle cifre che riceveranno di indennità.

“Gentili esperti, sto lavorando in un albergo come cameriere con un contratto che ha avuto inizio il primo giugno e scadrà il 31 agosto. Poi richiederò come sempre la Naspi. Il mio datore di lavoro mi ha detto che mi darà un netto aumento di stipendio, e per luglio, agosto e settembre mi darà 4.500 euro al mese, tutto in busta paga. Secondo lui, arriverò a prendere 3.000 euro al mese di Naspi. Ho paura di superare il reddito per il bonus sociale su luce e gas e per l’Assegno Unico sui miei due figli. Se prendo una Naspi così elevata, considerando che ho anche i periodi della stagione invernale che ho concluso ad aprile senza chiedere la Naspi, potrei davvero passare un inverno con un reddito elevato. Secondo voi è giusto ciò che mi dice il datore di lavoro?”

NASPI: ecco come calcolare l’importo esatto dell’indennità di disoccupazione

La Naspi è il principale ammortizzatore sociale per i soggetti che perdono il lavoro. Come tutti sanno, solo se la perdita del lavoro è stata decisa volontariamente dal lavoratore con le dimissioni senza giusta causa, la Naspi non spetta.

La durata della Naspi è commisurata al lavoro svolto negli ultimi quattro anni. Può durare massimo 24 mesi, quindi solo chi ha lavorato ininterrottamente per quattro anni può ricevere un’indennità così lunga. Chi ha utilizzato dei periodi di lavoro negli ultimi quattro anni per ricevere già una indennità di disoccupazione, non potrà utilizzare quei periodi per la nuova Naspi.

Su cosa incidono gli ultimi quattro anni di lavoro per il neo disoccupato

I quattro anni che precedono l’interruzione del rapporto di lavoro sono fondamentali non solo per la durata della Naspi, ma anche per il calcolo dell’importo dell’indennità spettante. Infatti, l’indennità di disoccupazione è pari al 75% della media delle retribuzioni lorde percepite dal lavoratore negli ultimi quattro anni. Tuttavia, c’è un tetto massimo che limita l’importo della Naspi. Questo rende ciò che suggerisce il datore di lavoro del nostro lettore impossibile da attuare.

Il calcolo della Naspi non permette miracoli dal punto di vista degli importi

Ciò di cui parla il nostro lettore era una possibilità applicabile in passato. Ai tempi dell’indennità di disoccupazione ordinaria o dell’indennità con requisiti ridotti, si poteva fare quanto suggerito dal datore di lavoro. La disoccupazione era calcolata in base agli importi delle ultime buste paga: più alte erano le ultime retribuzioni, più alta era l’indennità. Oggi non è più così.

La Naspi si può percepire per il 75% della retribuzione media degli ultimi quattro anni, ma questo calcolo è valido solo se il risultato è pari o inferiore a 1.425,21 euro. Questo importo è il minimale mensile stabilito annualmente dall’INPS. Se questo importo è superato, il calcolo della Naspi cambia. Al 75% della retribuzione media, bisogna aggiungere il 25% della differenza tra la retribuzione media e l’importo minimo.

Tuttavia, la Naspi mensile non può superare 1.550,42 euro al mese nel 2024. Inoltre, dal sesto mese di fruizione del beneficio, l’indennità cala del 3% progressivo al mese.

In definitiva, anche con retribuzioni elevate, la Naspi è commisurata a dei limiti che non si possono oltrepassare.