Un adempimento aggiuntivo alla NASPI è stato appena introdotto e diventa vincolante per poter percepirla. Infatti, non basta più la domanda di disoccupazione classica. Nonostante questa domanda di disoccupazione valga anche come DID, ovvero come dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare. L’adempimento aggiuntivo e vincolante si chiama GOL, acronimo di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. Una novità prevista dal PNRR, ovvero dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ed è un adempimento vincolante a tal punto che c’è chi pur avendo i requisiti in regola, e pur avendo ricevuto la domanda di accoglimento della NASPI, non percepisce bonifici di indennità proprio perché non ha adempiuto al GOL.

Cosa che probabilmente è successa al nostro lettore che ci scrive sottolineando di non aver percepito la Naspi.

“Buonasera, mi chiamo Nicola, sono un disoccupato dal 2 dicembre 2022. Ho presentato domanda di NASPI e dovevo prendere le mensilità di dicembre, gennaio e febbraio, visto che dal 25 febbraio tornerò a lavorare per la stessa impresa edile che mi aveva fermato per carenza di attività. Nel frattempo però non ho percepito nessun accredito INPS. Infatti ho controllato il mio estratto conto e non ci bonifici INPS a esclusione dell’assegno unico per i miei figli. Inoltre col mio SPID entro nella mia area riservata e controllo la mia domanda fatta col Patronato. Leggo che è in corso e regolarmente accolta per un periodo di 150 giornate. Lo stesso che mi dicono all’INPS che ho contattato tramite call center. Ma allora perché non percepisco la NASPI? voi cosa ne pensate?”

NASPI, come si prende e perché

Prima di approfondire il quesito del nostro lettore, bisogna ricordare come funziona la NASPI. Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego questo ciò che significa NASPI.  Si tratta di una indennità mensile di disoccupazione, che è nata con il famoso Jobs Act di Matteo Renzi e precisamente dall’articolo n° 1 del decreto legislativo n° 22 del 4 marzo 2015.

Gli interessati devono presentare la domanda in via telematica a pena di decadenza entro 68 giorni dalla data di perdita del lavoro. Che deve essere involontaria. Infatti possono prendere la NASPI i licenziati (anche per motivo disciplinare), quelli a cui è scaduto un contratto di lavoro a termine, chi ha presentato le dimissioni per giusta causa o intervenute durante il periodo tutelato di maternità.

Ok alla NASPI anche con risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro, risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso altra sede della stessa azienda distante più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore o raggiungibile con i mezzi pubblici in più di 80 minuti. Sono necessarie per il diritto alla NASPI almeno 13 settimane di lavoro nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Tra DID e GOL, tutto molto complicato per l’indennità di disoccupazione INPS

Dal punto di vista degli adempimenti ormai la NASPI è del tutto simile agli altri ammortizzatori o sussidi, tra cui il reddito di cittadinanza. Al semplice sussidio o alla mera indennità infatti, si aggiungono gli adempimenti di politica attiva sul lavoro. Per esempio con la NASPI va compilata la DID, che sta per Dichiarazione di Immediata Disponibilità. Significa che occorre sottoscrivere la dichiarazione con cui ci si dichiara disponibili a fare tutto quello che si può per trovare nuovo lavoro. In base a ciò che si legge sul sito dell’INPS, la semplice presentazione della domanda di NASPI equivale ad aver prodotto anche la DID.

Resta però in capo al disoccupato l’obbligo di presentarsi al collocamento per sottoscrivere il patto di servizio personalizzato. Un adempimento questo che va espletato nei 15 giorni successivi alla presentazione della domanda. In assenza, sarà il Centro per l’Impiego a convocare il titolare della NASPI.

E adesso c’è da fare i conti anche con il GOL citato in premessa.

Adempimenti che possono bloccare l’indennità per disoccupati INPS

In base a quello che ci dice il nostro lettore, una risposta esatta al suo quesito non può essere data. Possiamo però ipotizzare che potrebbe dipendere dal GOL. La novità introdotta dal PNRR, per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro. In pratica, bisogna andare al collocamento a rispondere ad una serie di quesiti, una specie di intervista con cui il Centro per l’Impiego potrà stilare un profilo del disoccupato in modo tale da inserirlo meglio nei progetti di politica attiva sul lavoro. Attraverso una valutazione professionale, il percettore dell’indennità per disoccupati INPS potrà essere orientato meglio verso uno dei percorsi previsti dal programma GOL.

In effetti nel patto di servizio ci sarà anche il percorso di politica attiva previsto per il firmatario. Un percorso che il disoccupato si impegna ad iniziare. Sia la sottoscrizione della DID che il GOL, potrebbero aver bloccato la NASPI al nostro lettore. Si tratta di una nostra ipotesi dal momento che sul sito dell’INPS o dell’ANPAL per esempio, non si trovano conferme circa il congelamento già dal primo giorno di fruizione della NASPI in assenza di adempimenti di questo genere.

Gestione separata e Partita IVA mettono a rischio la NASPI?

Potrebbe però essere questo il problema che il nostro lettore potrebbe risolvere aprendo un quesito all’INPS, sia da solo con il proprio SPID, o tramite lo stesso Patronato che gli ha presentato la NASPI. Un altro potenziale problema per la NASPI del nostro lettore riguarda eventuali posizioni nella Gestione Separata. Se il soggetto beneficiario della NASPI ha una iscrizione alla Gestione Separata o se aveva una attività autonoma aperta alla data di cessazione del rapporto di lavoro da cui proviene la NASPI, occorre un adempimento in più.

Anche se il disoccupato ha dimenticato di avere la Partita Iva ancora aperta per una vecchia attività non più utilizzata. In effetti è fatto obbligo al richiedente la NASPI di dichiarare nella domanda il reddito annuo che prevede di conseguire da tale attività. Anche se è pari a zero.

Cos’altro può bloccare i versamenti della NASPI

Se non lo dichiara però, ha tempo un mese dall’invio della domanda per espletare l’adempimento. Che però non ci sembra così vincolante, proprio alla luce del fatto che viene dato un mese di tempo per adempiere. Al nostro lettore invece la NASPI non è partita per niente. Ultima ipotesi plausibile, e forse anche la più semplice, è un errore nel codice IBAN del conto corrente su cui il disoccupato ha chiesto venga accreditata la NASPI. Che significa questo? Ghe se il lettore ha sbagliato l’IBAN, probabile che l’INPS non sia riuscito a trovare il conto corrente dove mandare i soldi. In questo caso però ipotizziamo che tra le comunicazioni ai cittadini l’INPS abbia provveduto a segnalare la carenza.