Sussidi, indennità e agevolazioni, ma anche obblighi, adempimenti e rispetto delle condizioni.

Dall’8 maggio scorso è entrata in vigore una significativa novità che interessa coloro che ricevono sostegni e aiuti, inclusa la Naspi. Questa Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, introdotta con il Jobs Act di Matteo Renzi, riguarda una vasta parte della popolazione lavorativa italiana. L’indennità per disoccupati dell’INPS è comunemente utilizzata da lavoratori stagionali, precari della scuola e da chi svolge lavori temporanei, in particolare quelli senza continuità annuale.

Questa indennità è percepita anche dai lavoratori che perdono il lavoro per motivi indipendenti dalla loro volontà. Proprio dall’8 maggio è entrata in vigore una novità che trae origine dal Jobs Act di Matteo Renzi, lo stesso atto che ha istituito la Naspi e introdotto una serie di politiche attive del lavoro, integrate con l’ammortizzatore sociale per disoccupati, in attesa di essere implementato.

Per i percettori della Naspi, le modifiche sono sostanziali, e ora esploreremo i motivi, dato che i dubbi e le domande sugli obblighi dei disoccupati sono frequenti.

NASPI si cambia, nuovi obblighi e rischi di perdere l’indennità se non li rispetti

Il Decreto Legislativo numero 60 del 7 maggio 2024, pubblicato nello stesso giorno sulla Gazzetta Ufficiale numero 105, è entrato in vigore il giorno successivo. Questo atto governativo presenta importanti novità sulla Naspi. Analogamente ai percettori dell’Assegno di Inclusione e ai beneficiari del Supporto Formazione e Lavoro, l’iscrizione alla piattaforma SIISL diventa obbligatoria anche per chi riceve la Naspi.

In termini pratici, si tratta della piattaforma in cui devono iscriversi i beneficiari delle misure che hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza. Il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa gestisce il reintegro sociale e lavorativo di chi, per sopravvivere, deve richiedere un sussidio allo Stato. Ora, anche chi riceve l’indennità di disoccupazione dall’INPS dovrà registrarsi su questa piattaforma.

La presentazione della domanda di Naspi dovrebbe comportare automaticamente l’iscrizione nella suddetta piattaforma. Chi già riceve i sussidi menzionati sa cosa comporta: con l’iscrizione si sottoscrive un patto di attivazione digitale e si dà il via a programmi e progetti volti a superare la condizione di aiuto.

Nuovi rischi per chi prende la NASPI, addio indennità se sbagli

I programmi ei progetti prevedono naturalmente il rispetto di determinati obblighi per i percettori di queste misure. Pertanto, anche chi beneficia della Naspi e si registra sulla piattaforma dovrà adempiere a una serie di obblighi. La mancata osservanza di questi comporta la riduzione o la perdita del sussidio per disoccupati.

Fino a oggi, i beneficiari della Naspi erano soggetti a pochi obblighi. E chi ha percepito l’indennità per tutti i 24 mesi della sua durata (pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente), non ha fatto altro che attendere il giorno del mese di accredito.

Tuttavia, la prospettiva originaria della Naspi era diversa. E l’inefficacia delle politiche attive del lavoro e il funzionamento carente dei Centri per l’Impiego hanno condotto a questa situazione, che ora cambia.

Attenti alle cose da fare per non finire penalizzati sull’indennità INPS

Il beneficiario della Naspi, una volta iscritto sulla piattaforma, dovrà compilare un curriculum e sottoscrivere un patto di servizio. E anche un patto di attivazione digitale e un patto di lavoro. Dovrà inoltre partecipare a tutte le convocazioni dei Centri per l’Impiego, ai corsi e ai progetti formativi destinati a lui. E accettare le offerte di lavoro congrue. Questi obblighi, che prima erano richiesti ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza e ora ai beneficiari del Supporto Formazione e Lavoro, riguardano ora anche i percettori di Naspi.

La violazione di questi obblighi può portare alla penalizzazione sulle somme della Naspi o alla sua revoca definitiva.

Il sistema è concepito per facilitare il meccanismo di condizionalità originariamente alla base di questa indennità e sussidi. Infatti, il rifiuto di un’offerta di lavoro sarà immediatamente segnalato all’INPS, che sanzionerà il trasgressore.

Un esempio tipico può essere quello dei lavoratori precari della scuola, che, coperti dall’indennità, a volte rifiutano una supplenza. Finora, i Centri per l’Impiego e l’INPS non erano a conoscenza di tali rifiuti. Ora, questo meccanismo si propone di risolvere questa problematica.