Dal prossimo anno le pensioni saranno rivalutate del 7,3%. Percentuale che tiene conto del balzo dell’inflazione 2022 e che prevede l’adeguamento degli assegni in base al potere di acquisto delle famiglie italiane.

Non tutte le pensioni saranno però adeguate pienamente. Il 7,3% di aumento è riferito solo ad assegni che ammontano fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo di pensione. Per cifre superiori, scatteranno tagli progressivi secondo sei nuove fasce di rivalutazione stabilite dal governo per il biennio 2023-2024.

Come sono rivalutate le pensioni nel 2023

Più precisamente, l’esecutivo Meloni ha deciso di rimodulare le 3 attuali fasce di rivalutazione (perequazione automatica) con 6 nuovi scaglioni.

Introducendo quindi nuovi parametri che riducono progressivamente gli aumenti a chi prende di più. Il tutto allo scopo di salvaguardare appieno solo le pensioni più basse riducendo l’adeguamento degli importi per quelle più alte.

Questione di soldi che lo Stato deve destinare soprattutto all’emergenza energetica, ma anche alla previdenza in generale che in Italia costa più che nel resto d’Europa. Quindi dal prossimo anno saranno indicizzate del 7,3% tutte le pensioni fino all’importo limite pari a 4 volte il trattamento minimo.

Nel dettaglio questo importo nel 2023 sarà pari a 562,63 euro al mese. Ne consegue che la rivalutazione piena avverrà solo fino a 2.250,52 euro al mese. Oltre questa soglia la pensione non è più rivalutata del 7,3%, ma qualcosa meno. Fino a raggiungere un taglio di oltre due terzi per le pensioni superiori a 5.626 euro al mese.

In sintesi, però, fino a 2.813 euro al mese (5 volte il trattamento minimo) la rivalutazione sarà quasi piena. Il taglio netto della rivalutazione scatta solo oltre questa cifra prevedendo una riduzione dell’adeguamento del 3,87%.

Le 6 nuove fasce di rivalutazione

Ma vediamo in dettaglio come sono definite le 6 nuove fasce di perequazione delle pensioni dal 1 gennaio 2023. In percentuale si tratta delle seguenti percentuali di rivalutazione:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo

Questa scaletta che entrerà in funzione per il biennio 2023-2024 ha il merito di redistribuire le risorse finanziarie, previste con la perequazione automatica, verso il basso.

In altre parole per i trattamenti superiori a 2.813 euro al mese scatta una rivalutazione quasi dimezzata.

I risparmi di spesa consentono quindi di innalzare l’importo del trattamento minimo a 600 euro al mese per gli over 75, ma solo per un anno. La misura, fortemente chiesta da Forza Italia, sarà in vigore dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023.