Fra le ipotesi di pensione anticipata per evitare il ritorno alla Fornero dal 2023 ci sono due disegni. Il primo riguarda l’estensione di Opzione Donna anche agli uomini, il secondo l’introduzione di Quota 41 per tutti.

Sulla seconda, però, i vincoli di bilancio non consentono ampi margini di manovra. E Quota 41 costerebbe 18 miliardi di euro per i primi tre anni. Quindi, impossibile da attuare questa pensione anticipata senza scostamenti. Opzione Donna anche per gli uomini, invece, non costerebbe molto.

Opzione Donna anche per gli uomini

Estendere a tutti il meccanismo di pensionamento anticipato finora adottato per le lavoratrici con Opzione Donna, sembra la soluzione ideale.

Costerebbe poco allo Stato e consentirebbe ampia flessibilità in uscita dal lavoro.

Come noto si tratterebbe di dare anche ai lavoratori maschi la possibilità di andare in pensione anticipata a 58 anni (59 per gli autonomi) con almeno 35 anni di contributi versati. Una soluzione che non piace ai sindacati, in particolare alla CGIL. Ma i lavoratori, al contrario, non vedono l’ora che si possa attuare.

Si tratterebbe anche di ridare equità a un sistema previdenziale che con l’andare del tempo è divenuto sempre più iniquo e ingiusto. Ma anche di consentire la pensione anticipata rispetto a parametri agganciati alla speranza di vita fuori dalla logica.

Lavoratori in pensione anticipata prima dei 60 anni

Favorevoli alla pensione anticipata con i criteri di Opzione Donna non sono solo i lavoratori che potranno così decidere se andare in pensione prima con penalizzazione o attendere i requisiti di vecchiaia. Ma anche l’Inps.

Secondo Pasquale Tridico, presidente dell’istituto, la riforma va nella giusta direzione perché non pesa sui conti dello Stato e introduce criteri di flessibilità in uscita per tutti. In sostanza, chi vuole, può decidere di in pensione anticipata a partire da 58-59 anni con 35 di contributi sapendo di prendere un assegno ridotto in base ai criteri di calcolo di cui sopra.

I lavoratori, oltretutto, non sono obbligati a optare per questa opzione al raggiungimento dei 58-59 anni, ma possono anche attendere. E’ una scelta. Ovviamente più si ritarda la data di pensionamento, maggiore sarà l’assegno, proprio per via dell’età anagrafica di uscita.

Un criterio di equità sociale

I conti dello Stato ne trarrebbero vantaggio e la riforma pensioni sarebbe sostenibile nel tempo. Senza necessariamente tirare in ballo Quota 41, forma di pensione anticipata finora riservata solo ai precoci, che pare più uno specchietto per le allodole che una reale riforma a vantaggio della collettività. Costerebbe troppo e non servirebbe a liberare spazi occupazionali.

A differenza di Opzione per tutti che, al contrario, potrebbe dare molte più chances alle aziende di assumere nuova manodopera fra i giovani lavoratori. Inoltre sarebbe un criterio di equità sociale non indifferente, tenuto conto che finora molti lavoratori del settore privato e del settore credito hanno potuto beneficiare di scivoli molto vantaggiosi.