In settimana, il Consiglio dei Ministri discuterà il primo decreto correttivo sulla riforma fiscale, un provvedimento che potrebbe introdurre importanti novità per i contribuenti italiani. Tra queste, la possibile modifica delle scadenze per il concordato preventivo biennale, uno strumento di compliance fiscale di recente introduzione. Così come potrebbe giungere anche la conseguente proroga della scadenza per la presentazione del Modello Redditi 2024 (anno d’imposta 2023).

Secondo il calendario attuale, a partire dal 15 giugno inizierà l’invio dei dati all’Agenzia delle Entrate e le prime adesioni al nuovo concordato preventivo biennale.

Questa data sembra destinata a restare invariata, ma il decreto potrebbe influire sulle scadenze relative alla dichiarazione dei redditi per il 2024 (anno d’imposta 2023) e sul termine ultimo per aderire al concordato.

Tempistiche in vigore

Attualmente, senza considerare eventuali proroghe, ci sono quattro date fondamentali da segnare per la dichiarazione dei redditi 2024 (anno s’imposta 2023):

  • 30 aprile 2024 – da questa data è possibile accedere alla dichiarazione precompilata 2024, sia in modalità semplificata che ordinaria;
  • 20 maggio 2024 – da questo giorno è possibile accettare, modificare e inviare la dichiarazione 730 precompilata tramite l’applicazione web dell’Agenzia delle Entrate; modificare e inviare il modello Redditi precompilato;
  • 30 settembre 2024 – scadenza per l’invio del 730, sia precompilato che ordinario;
  • 15 ottobre 2024 – termine ultimo per l’invio del Modello Redditi, precompilato o ordinario, e per l’adesione al concordato preventivo.

Concordato preventivo e Dichiarazione redditi 2024: ipotesi proroga

Il decreto in arrivo potrebbe estendere le scadenze, offrendo più tempo alle partite IVA per valutare l’adesione al concordato proposto dal Fisco.

In particolare, si ipotizza che la scadenza per aderire al concordato preventivo possa essere spostata dal 15 al 31 ottobre 2024. Parallelamente, anche il termine ultimo per la presentazione del Modello Redditi 2024 potrebbe essere prorogato al 31 ottobre 2024. Resta ferma al 30 settembre la scadenza del 730. Intanto, puoi trova qui quando disfarsi dei vecchi 730.

Queste possibili proroghe avrebbero diversi vantaggi.

Innanzitutto, consentirebbero ai contribuenti di avere più tempo per analizzare e comprendere le implicazioni del concordato preventivo biennale. Questo strumento, mirato a facilitare la compliance fiscale, richiede una valutazione attenta della convenienza rispetto alla propria situazione fiscale.

Inoltre, un’estensione delle scadenze allevierebbe la pressione sui contribuenti, che spesso si trovano a dover gestire molteplici adempimenti fiscali in un breve lasso di tempo. Questo potrebbe tradursi in una maggiore accuratezza e tranquillità nella compilazione delle dichiarazioni, riducendo il rischio di errori.

Proroga Dichiarazione redditi 2024: considerazioni

A ogni modo, la decisione finale sulle proroghe sarà presa dal Consiglio dei Ministri nel corso della settimana. Se confermate, le nuove scadenze rappresenterebbero un’importante modifica al calendario fiscale, offrendo ai contribuenti maggior tempo per adempiere ai propri obblighi con serenità e precisione.

Nel frattempo, è fondamentale che i contribuenti rimangano aggiornati sulle novità normative e sulle possibili proroghe. Monitorare le comunicazioni ufficiali dell’Agenzia delle Entrate è essenziale per essere preparati a eventuali cambiamenti e per gestire al meglio le proprie scadenze fiscali.

Riassumendo…

  • il decreto correttivo fiscale sarà discusso questa settimana dal Consiglio dei Ministri
  • possibili modifiche alle scadenze per il concordato preventivo biennale e la dichiarazione redditi 2024
  • attualmente, quattro date chiave per la dichiarazione precompilata 2024: 30 aprile, 20 maggio, 30 settembre, 15 ottobre
  • potenziale proroga delle scadenze per l’adesione al concordato preventivo e presentazione del Modello Redditi al 31 ottobre
  • le proroghe offrirebbero più tempo per valutare il concordato e ridurre la pressione fiscale
  • monitorare le comunicazioni ufficiali per rimanere aggiornati sulle possibili proroghe e novità normative.