Numerose famiglie da inizio anno si sono scontrate con la dura realtà del cambio delle regole introdotte con l’Assegno di Inclusione rispetto al Reddito di Cittadinanza.

Parlare di scontro non è esagerato, perché molte famiglie si sono trovate improvvisamente prive di un aiuto di Stato, nonostante avessero percepito il Reddito di Cittadinanza per molti mesi. Tutto è nato da due diverse situazioni.

La prima è legata al fatto che la platea dei beneficiari di questo genere di aiuto, con l’Assegno di Inclusione, si è drasticamente ridotta rispetto al Reddito di Cittadinanza.

La seconda situazione, però, può essere considerata oggettiva, indipendentemente dalle novità introdotte dal governo.

Molte famiglie sono uscite dal perimetro dell’Assegno di Inclusione, ma sarebbero comunque uscite anche se il Reddito di Cittadinanza fosse rimasto in vigore nel 2023.

Nuovi beneficiari per l’Assegno di Inclusione, molti esclusi della prima ora adesso rientrano fino a dicembre

L’Assegno di Inclusione, rispetto al Reddito di Cittadinanza, ha una platea più ristretta perché non include i soggetti tra i 18 e i 59 anni senza particolari problematiche. Infatti, l’ADI è riservato esclusivamente a famiglie che includono almeno un soggetto con:

  • Oltre 60 anni di età;
  • Meno di 18 anni di età;
  • Invalidità al 67% almeno;
  • Carichi di cura su figli piccoli o invalidi in casa;
  • Presa in carico da parte dei servizi sociali comunali, dei servizi sanitari regionali o assistenziali in genere.

Solo su questi soggetti all’interno di una famiglia l’INPS calcola l’Assegno di Inclusione. Pertanto, le domande possono essere presentate da soggetti che non rientrano tra quelli elencati, ma il sussidio viene erogato solo per i membri del nucleo familiare che possiedono tali caratteristiche. Questo ha escluso numerose famiglie dal beneficio a partire da gennaio.

ISEE 2024, cosa cambia e perché esclude molte famiglie dall’Assegno di Inclusione

Il taglio dei beneficiari ha anche ragioni oggettive legate all’ISEE.

Sono escluse tutte le famiglie che, tramite la Dichiarazione Sostitutiva Unica 2024, hanno ottenuto un ISEE fuori parametro. Per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza 2023 serviva l’ISEE 2023, che riguardava la situazione economico-reddituale-patrimoniale del 2021 di tutta la famiglia. Per l’ISEE 2024, invece, il riferimento è ai redditi e patrimoni del 2022, e quindi le cose possono cambiare.

Chi ha avuto un 2022 migliore del 2021 in termini di redditi e patrimoni rischia di uscire dal perimetro dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione. Molte famiglie che magari all’inizio dell’anno avevano redditi elevati o patrimoni altrettanto elevati non sono state ammesse alla nuova misura, rimanendo senza sostentamento.

Ecco perché il sussidio adesso si libera per moltissime famiglie e fino a dicembre 2024

La soluzione, però, esiste e richiama all’ISEE corrente, già oggetto di altri nostri articoli. Non è detto che le condizioni economiche positive del 2022 siano rimaste tali fino ad oggi. Alcuni potrebbero essere ricaduti in una situazione di crisi simile a quella del 2021, che permetteva loro di beneficiare del Reddito di Cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. Con l’ISEE corrente si può indicare all’INPS una situazione economica e reddituale più vicina all’attualità, senza considerare quelle del 2022, evidentemente migliori ma ormai lontane nel tempo.

Chi oggi presenta una nuova DSU per ottenere l’ISEE nella versione corrente, ha le carte in regola per provare di nuovo a chiedere l’ADI. In presenza di ISEE corrente, l’INPS sarà costretto a utilizzare questa versione di ISEE per verificare il diritto al sussidio, mettendo da parte l’ISEE ordinario. Da luglio, quindi, potenziali nuovi beneficiari per l’Assegno di Inclusione. Dal momento che l’ISEE corrente scade dopo sei mesi dalla sua richiesta, è evidente che gli interessati potrebbero essere sicuri di ottenere il sussidio fino a fine anno.