L’istituto dello smart working, che abbiamo imparato a conosce soprattutto a seguito dell’emergenza sanitaria del coronavirus e delle relative politiche di contenimento adottate dal nostro paese, potrebbe continuare ad essere visto di buon occhio da parte dei datori di lavoro, anche ad emergenza sanitaria finita.

Non a caso, in questi giorni, sono molte le proposte vagliate dalla Commissione Lavoro alla Camera per l’introduzione di nuovi bonus e incentivi a favore dei datori di lavoro e dei dipendenti che ne fanno uso.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Incentivi alle imprese

Tra le tante proposte attualmente in fase di studio da parte della Commissione Lavoro alla Camera, 2 sono le più concrete:

  • la prima riguarda la riduzione del 4 per cento dell’aliquota di contribuzione al Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • la seconda, invece, riguarda la riduzione del 30 per cento dei contributi previdenziali dovuti, per tre anni dall’assunzione.

C’è poi il credito di imposta dal 6 al 40 per cento per le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati al lavoro agile: apparecchiature, software ecc.

Bonus Smart working per i lavoratori, di cosa si tratta?

Anche dal lato del lavoratore le proposte di legge non mancano. In questi giorni, in particolare, si sta tanto parlando di un nuovo bonus pari al 60% della spesa, fino a 600 euro, per i lavoratori che svolgono la prestazione lavorativa in smart working per l’acquisto di PC e altri strumenti informatici.

Accanto a tutti questi incentivi, è in fase di valutazione anche l’introduzione del cosiddetto “diritto alla disconnessione”. Si tratta, sostanzialmente, del diritto dei dipendenti di disconnettersi dal lavoro e di non ricevere o rispondere a qualsiasi e-mail, chiamata, o messaggio al di fuori del normale orario di lavoro.

Ad ogni modo, ad oggi, le proposte appena esaminate sono in fase di studio. Per avere maggiori certezze e dettagli bisognerà attendere la lettura dei testi definitivi.

 

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