Non solo quota 41 ibrida nel 2023, ma anche proroga di Opzione donna con rivisitazione dei requisiti previsti per sfruttare tale canale di pensionamento anticipato. Il Governo è al lavoro per scongiurare il ritorno della legge Fornero con misure che troveranno posto già nella prossima legge di bilancio. La riforma delle pensioni sarà rimandata al prossimo anno, dopo che sarà iniziato il confronto con i sindacati.

Sulla proroga di Opzione donna, il monte contributivo richiesto per ottenere la pensione anticipata, dovrà essere verificato in riferimento a una sola gestione previdenziale.

Inoltre il monte contributivo dovrà essere considerato al netto di eventi di disoccupazione indennizzata, malattia e infortunio, ecc.

Opzione donna. Le regole attuali

A oggi, possono sfruttare il canale di pensionamento anticipato Opzione Donna,  le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2021:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed
  • un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini della pensione, è necessario cessare il rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

Il requisito contributivo è verificato rispetto alla contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico (Fonte Inps).

Attenzione, i contributi versati nella Gestione Separata Inps non sono validi per andare in pensione con Opzione Donna. Con opzione donna, se i contributi sono maturati in gestioni previdenziali diverse tra loro, non è possibile ricorrere al c.d cumulo gratuito. E’ invece percorribile la strada onerosa della c.d. ricongiunzione dei contributi, ex lege 29/1979.

Detto ciò, la finestra di pensionamento con Opzione donna è di:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Opzione Donna.
Come cambierà con la Legge di bilancio 2023?

Nella prossima Legge di bilancio, Opzione Donna sarà prorogata, dunque alla data del 31 dicembre 2022, per sfruttare Opzione donna nel 2023 devono essere verificati i seguenti requisiti:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed
  • un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Il monte contributivo dovrà essere verificato in riferimento a un’unica gestione previdenziale. Inoltre il monte contributivo dovrà essere considerato al netto di eventi quali  quelli di disoccupazione indennizzata,  malattia e infortunio non integrati, ecc.