L’approvazione della direttiva case green da parte del Parlamento europeo, nella seduta del 12 marzo 2024, rappresenta una pietra miliare nel cammino verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica.

Con l’obiettivo ambizioso di raggiungere edifici a emissioni zero entro il 2050, l’Europa si impegna a ridurre significativamente l’impronta ecologica del proprio parco immobiliare. Questo settore, responsabile di circa il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di CO2 del continente, si troverà di fronte a una trasformazione radicale.

La direttiva introduce il concetto di passaporto case green, un documento fondamentale che giocherà ruolo chiave in questo processo di transizione, delineando il percorso di ristrutturazione necessario per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

Il cammino verso la maggiore efficienza energetica degli edifici

Il viaggio dell’Europa verso la realizzazione di edifici con zero emissioni è scandito da tappe ben definite, con la direttiva case green a guidare il percorso.

Questa normativa non solo mira a ridurre l’impatto ambientale del parco immobiliare europeo. Ma si propone anche di rivoluzionare il modo in cui si pensa alla ristrutturazione e al risparmio energetico. Una delle misure più innovative sarà il c.d. passaporto case green. Uno strumento che si prefigge di facilitare e incentivare la ristrutturazione degli edifici, rendendola un’opzione economicamente accessibile per tutti.

Il passaporto, ottenibile da chi intende migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione, sarà redatto da tecnici qualificati che stabiliranno gli interventi necessari e fatti caso per caso. È prevista, inoltre, una gradualità nell’applicazione delle norme, con un’attenzione particolare sulla ristrutturazione delle abitazioni meno efficienti e la conservazione di quelle di valore storico o architettonico. Questo approccio equilibrato testimonia la volontà dell’Europa di conciliare progresso tecnologico e rispetto del patrimonio culturale.

Passaporto case green, la rivoluzione nel mondo della ristrutturazione

Il passaporto case green, dunque, potrebbe rappresentare in futuro il documento senza il quale non si potrà vendere l’immobile.

Chi possiederà il passaporto dimostrerà che l’immobile oggetto della vendita è in linea con gli standard europei sull’efficienza energetica. Indicherà i lavori fatti e quelli, invece, ancora necessari. Dunque, consentirà di sapere se la propria casa è green.

Inoltre, la conservazione del passaporto case green nel registro digitale degli edifici ne faciliterà l’accesso e l’aggiornamento, semplificando il processo burocratico e promuovendo la trasparenza.

A ogni modo, la direttiva case green non si limita a delineare il percorso verso l’obiettivo dell’inquinamento zero. Ma stabilisce anche principi di inclusività e accessibilità economica. Gli Stati membri saranno chiamati a trovare modalità di sostegno e incentivi per i proprietari di casa che desiderano aderire alla transizione verde. Con un’attenzione particolare verso le famiglie vulnerabili dal punto di vista economico. In questo modo, l’Europa cerca di assicurare che i benefici della ristrutturazione energetica siano fruibili da un’ampia fetta della popolazione. Contribuendo a ridurre la povertà energetica e migliorando la qualità della vita.

Riassumendo…

  • la direttiva UE approvata il 12 marzo 2024 introduce il nuovo passaporto case green
  • un documento redatto da un tecnico che indica i lavori di ristrutturazione fatti e da farsi per il risparmio energetico dell’edificio
  • è ragionevole pensare che in futuro senza il passaporto case green difficilmente si potrà vendere casa.