Non sarebbe corretto parlare di una vera e propria patrimoniale sul conto corrente, ma un prelievo forzoso dei risparmi dei correntisti, in effetti, è evidente a tutti.
Stiamo parlando dei costi legati ai conti correnti e ai depositi di liquidità.
Negli ultimi anni, infatti, tali costi sono aumentati notevolmente e la colpa non è delle singole banche ma delle politiche adottate, negli ultimi anni, proprio dalla BCE. Vi spieghiamo tutto a breve.

Patrimoniale sul conto corrente, esiste da sempre

Innanzitutto, cominciamo col dire che in realtà la patrimoniale sul conto corrente esiste da sempre e non è certo una novità.

Stiamo parlando delle cosiddette imposte di bollo sul conto corrente e sul conto depositi, direttamente addebitate dagli istituti bancari.

Imposta di bollo sul conto corrente

L’imposta di bollo sul conto corrente è una patrimoniale ricorrente che colpisce ogni singolo rapporto bancario e postale.
Si tratta di un’imposta che risale al 1972 e che colpisce tutti i soggetti che possiedono un conto corrente bancario o postale, anche se lo movimentano pochissimo. Per le persone fisiche l’imposta vale 34,20 euro all’anno, mentre per le aziende è di 100,00 euro.
L’imposta può non è dovuto se il correntista:

  • detiene una giacenza media annua inferiore a 5.000 euro;
  • ha un Isee inferiore a 7.500 euro.

Imposta di bollo sul conto deposito

L’imposta di bollo sul conto deposito, invece, è un’imposta proporzionale, pari allo 0,2% della giacenza presente ad una certa data, ossia al termine del periodo di rendicontazione.
Per le persone giuridiche c’è un tetto massimo di 14.000,00 euro, mentre non c’è nessun limite per le persone fisiche.

Patrimoniale occulta, la colpa è della BCE e dalla politica dei tassi negativi

Non solo imposta di bollo. Negli ultimi anni, tutti noi stiamo pagando un’altra patrimoniale occulta sui conti bancari.


Come già detto in apertura, in realtà, non sarebbe corretto parlare di una vera e propria nuova patrimoniale, ma, di fatto, stiamo già vivendo un ulteriore prelievo forzoso dei nostri risparmi.
Stiamo parlando del costante aumento, negli ultimi anni, delle commissioni bancarie per la tenuta del conto o per le altre operazioni effettuate.
Secondo una recente indagine di Bankitalia, il costo medio dei conti correnti nel 2020 è cresciuto di circa 88,5 euro rispetto all’anno precedente. Tale aumento è ascrivibile al canone annuo per la tenuta del conto, ai bonifici, ai prelievi allo sportello e agli assegni.

Per quale motivo aumentano i costi sul conto corrente?

Il motivo di tali aumenti è da ricercare nelle politiche economiche che la BCE sta adottando negli ultimi anni, ossia quella di mantenere i tassi negativi.
Le singole banche, sostanzialmente, stanno addebitando sui propri clienti i costi finanziari dei tassi negativi che devono riconoscere per le somme depositate presso la Banca Centrale Europea e per coprire le quote di adesione ai sistemi di garanzia dei depositi (Fondo di tutela dei depositi fino a 100 mila euro – Fitd).
Insomma, non possiamo di certo parlare di una vera e propria imposta patrimoniale, ma poco ci manca. In effetti, l’aumento dei costi bancari è voluto da un’istituzione europea: la Banca centrale appunto.

 

Articoli correlati