Nell’attuale sistema previdenziale italiano, in attesa di una vera riforma delle pensioni, con 20 anni di contributi sono tre le misure che permettono di andare in pensione. Tre alternative con requisiti diversi e con un’età che varia e va dai 56 anni per alcune donne ai 67 anni di età per la generalità dei lavoratori. Le prestazioni che vedono in una carriera contributiva di 20 anni quella sufficiente ad andare in pensione quindi, sono diverse e bisogna, per poter centrare l’obiettivo del pensionamento, completare i requisiti prestabiliti.

“Buonasera, sono un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1997. Ho maturato finora 20 anni di contributi. Dal momento che compio 64 anni di età a novembre, vorrei capire se posso andare in pensione. Mi spiegate come funzionano i limiti della pensione anticipata contributiva?”

Mia madre sta per compiere 60 anni di età. Se non ho fatto male i conti, dovrebbe avere già 20 anni di contributi. Mi chiedevo se poteva andare in pensione visto che è stata riconosciuta disabile dalla Commissione Medica delle ASL in misura pari al 100% ma senza accompagnamento.”

Ecco cosa fare per andare in pensione con 20 anni di contributi versati o poco più

I quesiti che giungono in redazione da parte di contribuenti che hanno 20 anni di contributi sono quelli più diffusi. Perché non tutti hanno carriere lunghe a tal punto da puntare a misure di pensionamento anticipato che hanno tra i loro requisiti, il perfezionamento di un montante contributivo di trenta o più anni. Ed i due quesiti sopra riportati sono un tipico esempio. C’è chi guarda alla pensione di vecchiaia ordinaria, chi invece alla pensione anticipata contributiva e chi invece alla pensione per chi ha una specifica disabilità. Il fattore comune a queste tre alternative è che prevedono una carriera di contribuzione minima pari a 20 anni. Come dicevamo in premessa, con 20 anni di versamenti, sono sostanzialmente tre le misure che consentono di andare in pensione.

Pensione di vecchiaia 2024, per tutti 20 anni di contributi sono sufficienti

La prima misura che consente il pensionamento con 20 anni di contributi versati è senza dubbio la più classica delle misure pensionistiche in vigore. Parliamo della pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti a prescindere dalla data del primo versamento di contributi, che sia antecedente o successiva al 31 dicembre 1995, con la pensione di vecchiaia i lavoratori escono con:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di contributi.

La misura è stata da poco ritoccata dal governo, tramite l’ultima manovra finanziaria. Le pensioni di vecchiaia fino al 31 dicembre 2023 per chi aveva iniziato a versare contribuzione dopo il 31 dicembre 1995, si centrava solo raggiungendo un importo pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Oggi non è più così. La legge di Bilancio ha equiparato i lavoratori, concedendo la possibilità di uscita con i requisiti prima citati anche ai contributivi puri, abbattendo il vincolo dell’importo minimo della prestazione. Adesso per andare in pensione basta che il trattamento liquidato sia pari all’assegno sociale. Per i contributivi puri basta nel 2024 raggiungere i 534,41 euro di trattamento. Per i lavoratori del sistema misto invece, come in passato, non ci sono assolutamente vincoli di importo della prestazione.

Anticipate contributive, 20 anni bastano, ma serve anche arrivare al giusto importo della prestazione

Diverso è il caso della pensione anticipata contributiva. La misura, come si evince dal suo stesso nome, riguarda solo i lavoratori che hanno il primo versamento contributivo successivo al 31 dicembre 1995. In termini pratici, serve essere dei contributivi puri per poter centrare la pensione anticipata. Che, del punto di vista dei requisiti, prevede nel dettaglio:

  • Una età anagrafica pari ad almeno 64 anni di età;
  • Una carriera contributiva pari ad almeno 20 anni.

Oltre al doppio requisito anagrafico-contributivo, serve centrare il giusto importo soglia della pensione. Per lavoratrici con un figlio avuto, il trattamento pensionistico minimo utile a poter prendere la pensione non deve essere inferiore a 2,6 volte l’assegno sociale (534,41 euro per 2,6).

Per le lavoratrici con due o più figli avuti, il trattamento non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Per tutti gli altri, 3 volte l’assegno sociale è la soglia minima da centrare come importo della prestazione.
Pensione con 20 anni di contributi, ma invalidità specifica almeno all’80%

Ecco quando l’invalidità specifica aiuta ad andare in pensione con 20 anni di contributi

Hai fatto il falegname ma a causa di una malattia non puoi più adoperare le mani? Oppure hai fatto il lavoratore edile ed a causa di alcune patologie, non puoi più lavorare esposto alla polvere? Sono solo due tipici casi di lavoratori che si trovano, per patologia, ad avere una riduzione della capacità lavorativa specifica per le mansioni svolte durante la carriera. L’invalidità specifica viene detta invalidità pensionabile. E se è pari o superiore all’80%, consente di poter accedere alla pensione di vecchiaia anticipata. I requisiti per questa misura, oltre all’invalidità almeno all’80% sono:

  • almeno 56 anni di età per le donne;
  • almeno 61 anni di età per gli uomini;
  • minimo 20 anni di contributi.

Riassumendo

  • Ci sono tre vie attuali per andare in pensione con 20 anni di contributi
  • La prima è la pensione di vecchiaia ordinaria 2024
  • In alternativa sono da considerare la pensione anticipata contributiva
  • Ultimo caso a parte riguarda chi ha sviluppato patologie che limitano le mansioni specifiche del lavoro