Resta poco tempo per una riforma pensioni che eviti il ritorno integrale alle regole Fornero dal prossimo anno. Con la fine di Quota 102 a dicembre non ci saranno più deroghe ai requisiti previsti dalla legge varata nel 2011 dal governo Monti.

In assenza di interventi, si andrà in pensione a 67 anni (vecchiaia) o anticipata con 41-42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età. Resterebbero solo due deroghe per il 2023 che devono ancora essere prorogate dal Parlamento: Opzione Donna e Ape Sociale.

In pensione a 61 anni con Quota 102

Sul tavolo del ministro del Lavoro Maria Elvira Calderone c’è però un progetto di legge per modificare Quota 102 e rilanciarla anche nel 2023. Le modifiche dovrebbero andare nella direzione della flessibilità in uscita, come chiede anche l’Inps da molto tempo.

Quota 102, secondo indiscrezioni, dovrebbe diventare una soluzione ideale per consentire il superamento delle rigide regole Fornero. A partire da 61 anni di età, ma con almeno 41 anni di contributi (la somma fa 102 appunto). Un po’ quello che chiede la Lega di Salvini e i sindacati che vorrebbero allargare il diritto dei lavoratori precoci anche a chi ha inziato a lavorare dopo i 19 anni.

La scaletta delle quote dovrebbe quindi articolarsi secondo il seguente schema, senza vincoli sul calcolo della pensione che resterebbe in parte contributivo e in parte retributivo, cioè misto. Quindi preservando i diritti acquisiti dai lavoratori.

Età                  Contributi                  Quota

61                    41                                102

62                    40                                102

63                    39                                102

64                    38                                102

65                    37                                102

66                    36                                102

A 67 anni di età scatterebbe il diritto alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi. Per cui il meccanismo delle quote verrebbe a esaurirsi dopo i 66 anni di età. Ovviamente anche la pensione sarà parametrata all’età di uscita dal lavoro: a 61 anni sarà più bassa che a 65, ad esempio.

Opzione Donna anche per gli uomini?

Perde appeal, invece, l’idea di estendere anche agli uomini il meccanismo adottato per Opzione Donna per mandare in pensione le lavoratrici a 58-59 anni di età con almeno 35 di contributi.

Quindi la possibilità di lasciare il lavoro a 61 anni dovrebbe restare in piedi solo per il gentil sesso.

Si tratta comunque di una opzione che prevede una forte penalizzazione della pensione per via del calcolo esclusivamente contributivo applicato al montante. Va inoltre osservato che la decorrenza della rendita scatta dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (18 per le lavoratrici autonome).

L’idea di concedere il diritto anche agli uomini ad andare in pensione a partire da 58-59 anni di età resta comunque sul tavolo del governo che sta valutando tutte le opzioni possibili per evitare il ritorno integrale della Fornero nel 2023.